Un primo piatto dagli ingredienti classici, ma reso insolito dall’impiego originale della birra!
Il castagnaccio
Un dolce autunnale tipico, denominato “castagnaccia” nella tradizione romana: ecco la ricetta più conosciuta e utilizzata nella capitale
A cura di
Giuliano Manzi
Difficoltà
facile
Quantità per
4 persone
Tempo
50 min.
No
Lattosio
No
Glutine
Ingredienti
- Farina di castagna, 400 g
- Uva passita (uvetta) rinvenuta in acqua tiepida, 30 g
- Pinoli, 30 g
- Un pizzico di sale
- Un rametto di rosmarino (solo foglie sparpagliate)
- Acqua tiepida quanto basta per rendere l’impasto liscio
- Olio di oliva extravergine per ungere la teglia per la cottura
Preparazione
- Si mette la farina in un recipiente, dove sia possibile impastarla.
- Si aggiunge acqua leggermente tiepida sino a preparare un impasto liscio senza grumi.
- Si aggiunge l’uvetta rinvenuta in acqua calda, strizzandola prima di metterla nell’impasto insieme ai pinoli, sale ed un leggero filo di olio, si mescola il tutto e si mette in una teglia precedentemente oliata, l’impasto nella teglia deve raggiungere uno spessore di due tre cm. circa.
- Prima di cuocere gettate sulla preparazione un rametto di aghi di rosmarino, mettete in un forno preriscaldato a circa 200 gradi e cuocere per circa 35/40 minuti.
La castagnaccia può essere mangiata, calda, tiepida, fredda, tagliata a fettine o a spicchi.
La castagnaccia può essere integrata con altri prodotti e modificata secondo gli usi e gusti locali.
Note e curiosità sul castagnaccio
Si dice che l’uso di aggiungere un rametto di rosmarino al dolce, sia derivato dal fatto che il corteggiatore che voleva far innamorare la ragazza a cui era interessato doveva offrigli un trancio di castagnaccia con del rosmarino e così entro l’anno avrebbe coronato il suo desiderio.
In altre località Italiane per la preparazione di questo dolce si utilizzano ulteriori sapori tipici delle proprie zone come noci, pangrattato, zucchero, latte, panna, cioccolato, bucce di arancia, mandorle, zucchero a velo, canditi.
La forma linguistica con cui oggi si denomina il “castagnaccio” quale prodotto tipico in molte zone d’Italia, sembra risalga al 1450 derivata dall’aggettivo ”castaniaceus” dal latino medioevale.
Scritto da Giuliano Manzi
Nato a Roma, si laurea in scienze politiche e diventa un appassionato storico, amante in particolare la sua città.
Professionalmente persegue molte esperienze lavorative che lo riconducono a contatto con la storia, fino a dedicarsi all'insegnamento della storia dell'enogastronomia presso diversi istituti alberghieri nazionali. Scrive diversi testi relativi alle ricette culinarie di ogni epoca e provenienza.
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