Uno stralcio scritto dal celebre cuoco dei re e re dei cuochi, tratto dal suo trattato elementare e pratico "L'arte della cucina francese nel XIX secolo"
Sono entrambi alleati del benessere del nostro intestino, ma è bene sapere che le loro dinamiche d’azione sono diverse
L’intestino è considerato il secondo cervello del nostro corpo, per questo dobbiamo imparare a prendercene cura al meglio. Come nel cervello primario, infatti, l’intestino contiene neuroni e cellule gliali in continuo dialogo tra loro e con il sistema nervoso centrale, lungo il cosiddetto asse intestino-cervello che determina una stretta correlazione tra benessere fisico e benessere psicologico tanto da sentire lo stress e le emozioni nella pancia. e viceversa lo stato di benessere della pancia si ripercuote sull’umore.
Probiotici e prebiotici sono due “attenzioni” che possiamo riservargli, ma dobbiamo conoscerli, distinguerli e sceglierli secondo le varie esigenze. Oltre la pubblicità, gli spot e le promesse di benessere, vediamo cosa sono affidandoci alle definizioni date dal Ministero della Salute che li definisce accuratamente nelle linee guida per l’utilizzo dei pre- e probiotici negli alimenti e negli integratori, aggiornate nel 2018 dal Comitato Tecnico per la nutrizione e la sanità animale afferente alla Direzione Generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione.
Il termine PROBIOTICO è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo. Per alimenti o integratori con probiotici si intendono dunque quei prodotti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici (batteri e/o lieviti letteralmente "a favore della flora batterica intestinale") vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino (superando la barriera acida dello stomaco senza essere danneggiati), moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibro sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta.
Si tratta perciò di alimenti o integratori che, rispetto alle normali attività nutrizionali svolte dagli alimenti tout court, sono in grado di promuovere e migliorare le funzioni di fisiologico equilibrio dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi che favoriscono il mantenimento e la crescita dei batteri buoni già presenti nella flora intestinale (microbiota).
Tra i microrganismi ad azione probiotica meritano attenzione i fermenti lattici: la loro azione, infatti, concorre alla fermentazione enzimatica di alcuni zuccheri (lattosio) necessaria nella produzione di acido lattico. I disciplinari specificano inoltre che i probiotici devono essere sicuri per l’uomo, cioè non devono essere portatori di antibiotico-resistenza acquisita o trasmissibile e che non possono considerarsi probiotici i cosiddetti novel food (regolamento UE 2283/2015).
Il dosaggio minimo giornaliero indicato per garantire una efficace colonizzazione dell’intestino è di 1 miliardo di batteri o lieviti vivi (109 UFC); pertanto, al momento della scelta e dell’acquisto di un alimento o integratore con probiotici, questa quantità deve essere indicata chiaramente in etichetta insieme alle corrette modalità di conservazione e consumo. L’assunzione di probiotici è generalmente utile per ristabilire un equilibrio intestinale compromesso da assunzione di antibiotici, stress, variazioni nel regime dietetico, in caso di infezioni gastrointestinali.
Per essere efficaci, i probiotici dovrebbero inoltre essere assunti sempre a stomaco vuoto, per un tempo medio di 3-4 settimane. I probiotici infine non vanno confusi con i fermenti lattici o i batteri contenuti naturalmente nello yogurt (uno degli alimenti più consumati quando si parla di benessere intestinale), i quali sono anch’essi vivi ma non vitali, cioè non hanno la capacità di riprodursi nell’intestino e perciò svolgono funzioni importanti per l’organismo ma ben diverse da quelle dei probiotici.
Il termine PREBIOTICO è invece riservato alle sostanze organiche, non digeribili, di origine alimentare (come le fibre idrosolubili, i beta-glucani, l’inulina, i frutto-oligosaccaridi, i galatto-oligosaccaridi, il lattulosio) che, assunte in adeguate quantità, favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri “buoni” già presenti nel tratto intestinale. Si definiscono pertanto alimenti o integratori con prebiotici quelli che contengono sostanze in grado di promuovere lo sviluppo di gruppi di batteri utili all’uomo, agendo direttamente sul microbiota. Le sostanze impiegate come prebiotici negli alimenti o negli integratori devono essere sicure per l’uomo, non appartenere ai novel food ed essere presenti in quantità adeguata da garantire un reale effetto benefico.
Potremmo dire, semplificando, che i prebiotici rappresentano il nutrimento dei batteri probiotici e ne garantiscono la crescita nell’intestino, aiutando a normalizzare le funzioni intestinali e quelle del sistema immunitario, garantendo l’adeguato assorbimento dei nutrienti e la corretta produzione di energia. Si parla ancora invece di alimenti o integratori simbiotici quando contengono sia sostanze prebiotiche che microrganismi probiotici, capaci di svolgere appunto un’azione sinergica sul microbiota intestinale, migliorando da un lato la sopravvivenza e il nutrimento degli organismi probiotici già presenti e dall’altro favorendo la formazione di un substrato specifico alla flora batterica.
Ma è bene ricordare che fare scorta di prebiotici naturali è semplice se si consumano con regolarità frutta, verdura, legumi e cereali integrali; i probiotici sono presenti in ottime quantità nello yogurt, nel kefir, nei cibi fermentati (purché di tipo non pastorizzato, perché il processo di pastorizzazione uccide tutti i batteri). Un'alimentazione ben equilibrata è in grado di mantenere sufficientemente alto il livello dei batteri utili intestinali e impedire la proliferazione di quelli nocivi. Dunque, prima di ricorrere agli integratori pro- e prebiotici, per migliorare la salute dell’intestino grazie a loro è sempre bene partire anzitutto da una revisione della dieta.
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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