Attenzione alla scelta!
Che Natale sarebbe senza di loro?
In Campania e in diverse altre regioni del sud Italia, non c’è Natale degno di questo nome, se sulla tavola come dessert non vengono serviti glistruffoli. Un impasto semplice, fatto a palline (o, in alcune zone, fatto a gnocchetti) e poi fritto, infine condito con il miele e zuccherini, canditi, e anche frutta secca.
Sembra che questa ricetta sia giunta nel nostro territorio grazie ai Greci, dalla cui lingua deriverebbe anche il nome della pietanza, precisamente dalla parola strongoulos, ovvero arrotondato.
Secondo altri invece il termine struffolo deriverebbe dal verbo “stofinare”, in riferimento alla fase di arrotondamento a cilindro di cordoni di pasta, prima di tagliarla in piccoli pezzetti. In Umbria e in Abruzzo gli struffoli si chiamano cicerchiata, data la somiglianza della forma delle palline con la cicerchia, uno storico legume locale.
Proprio come in Basilicata e Calabria vengono assimilati ai ceci e chiamati cicerata.
Anche in Sicilia ve ne sono alcune versioni, come la pignolata messinese.
Il segreto degli struffoli? Usare il miele in maniera copiosa.
Abbiate cura di riscaldarlo a fiamma bassa in un pentolino per renderlo più fluido e adatto a ricoprire i deliziosi struffoli.
Fabio Campoli ne propone una speciale versione arricchita con riso bollito! Riguardate qui la sua ricetta per Tv2000: vedi il video
Scritto da Redazione ProDiGus
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