Ancora un prodotto esotico che fa il suo ingresso nei mercati occidentali (e promette di essere un successo)
Può accadere per disattenzione., ma anche per volontà! Scopriamo perchè in Grecia vige la tradizione di rompere i piatti e altre curiosità
Che dispiacere ogni volta che un elemento fragile della tavola finisce irrimediabilmente sul pavimento! Vi sarà di certo accaduto di rompere per sbaglio un piatto: ma in quel preciso momento, forse potrebbe sollevarvi il pensare al popolo greco, che come molti di voi già sapranno hanno l'usanza di romperli appositamente, in occasione di vari festeggiamenti.
Ma da dove deriva l'usanza greca della rottura dei piatti? In tempi antichi, e fino all'epoca medievale, si racconta che far sì che un piatto si suddividesse in tanti pezzi era un rituale in essere nelle occasioni di lutto, come azione simbolica per "uccidere" il proprio dolore e trovare coraggio nell'affrontare la perdita. Ma questa teoria non è così certa: ne esiste infatti un'altra (che, tuttavia, potrebbe essere stata semplicemente coesistente, ma potrebbe anche essere la stessa mutata nei secoli) che cita il rompere i piatti come usanza messa in pratica dai più abbienti, come esibizione della propria ricchezza. Si narra che al termine dei banchetti medievali non solo piatti, ma tutto quanto si trovava sulle tavole dei banchetti potesse essere letteralmente distrutto da padrone di casa e invitati autorizzati.
Negli anni '60 l'usanza di rompere i piatti per terra in Grecia ha raggiunto il suo apice: era diventato un fatto assolutamente normale, esteso a qualsiasi tipo di festeggiamento, non solo i matrimoni. Nel 1969, la dittatura vigente nella nazione bandì questa tradizione, proponendo la sua messa in atto attraverso delle lastre di gesso, appositamente prodotte per i medesimi scopi e meno taglienti di ceramica e porcellana rotte. Una volta caduto il dittatore, alcuni greci hanno perpetuato nel portare avanti la tradizione, mentre altri hanno accettato di superare il passato sostituendo il lancio di fiori alla distruzione di piatti.
Secondo le credenze in vigore ancora oggi, se i piatti vengono rotti ad un matrimonio è per simboleggiare la rottura dei ponti con il passato da parte dei nuovi coniugi, e dunque rappresentano un atto di buon auspicio per un nuovo inizio. Al contempo, secondo la tradizione tramandata più antica, rompere i piatti scaccerebbe gli spiriti maligni, anche dalle stesse feste, dunque questo rappresente un rito affinché non vengano mai rovinate e garantiscano agli invitati il più genuino divertimento (quello che i greci chiamano kefi).
Ma approfittiamone per uno sguardo ad altre piccole curiosità sui piatti da tavola che finiscono per rompersi!
Piatti d'autore e da collezione: nei nostri articoli dedicati, vi abbiamo già rivelato che anche artisti come Pablo Picasso e Salvador Dalì si sono dedicati alla decorazione artistica dei piatti, complice probabilmente anche la naturale inclinazione al buon cibo di entrambi. Difficile possederne uno visto il prezzo! Ma nel nostro paese di buongustai sono esistite anche altre belle serie da collezione, che oggi possiamo ammirare appese alle mura delle trattorie o della cucina delle nostre mamme e nonne, trovandoli ancora in negozi e mercatini vintage. Ad esempio, famosissimi sono i Piatti del Buon Ricordo, nati nel 1964 da un'idea di Dino Villani (tra i fondatori dell'Accademia Italiana della Cucina nonchè dell'Unione Ristoranti del Buon Ricordo), la loro esistenza nei ristoranti fu una splendida idea pubblicitaria nonchè promozionale della cucina italiana più tipica. Al loro interno venivano servite ai clienti le ricette della tradizione regionale più rappresentative, e infine il piatto veniva regalato come ricordo al cliente: riportava l'immagine della ricetta realizzata e il nome del ristorante. Un'altra collezione che ha appassionato gli italiani negli anni '70 è stata quella dei piatti riportanti le ricette di Ugo Tognazzi, attore italiano passato alla storia anche come grande buongustaio (autore anche di diversi libri di ricette).
Come riutilizzare i cocci di un piatto a cui si era particolarmente affezionati? Alcuni artigiani hanno già avuto l'idea di trasformare frammenti delle dimensioni di pochi centimetri in pendenti o bracciali e orecchini con inserti speciali: potete cercarli facilmente online, oppure potete chiedere aiuto (e anche ulteriori consigli creativi) al vostro orafo di fiducia. I più esperti nella manualità e nel fai-da-te utilizzano i frammenti di piatti rotti anche per dar vita a mosaici o a lampadari e orologi originali, ma sono creazioni che ci sentiamo di consigliare solo a mani già esperte di materiali taglienti e pericolosi da maneggiare come ceramica e porcellana rotte.
Dove buttare i piatti di ceramica rotti? L'unico luogo idoneo, salvo specifiche organizzazioni differenti a livello comunale (per le quali è sempre bene informarsi presso il proprio municipio di residenza), resta ad oggi la raccolta dei rifiuti indifferenziati. Sarebbe bene sempre avvolgere i cocci (in carta di giornale, carta da cucina o altro) prima di posizionarli nei sacchetti, evitando anche di posizionarli verso i bordi per evitare di romperli: ciò renderà il rifiuto più sicuro da maneggiare sia nell'essere portato verso il proprio raccoglitore, sia per chi lo preleverà.
Scritto da Redazione ProDiGus
Il nostro staff in costante elaborazione e ricerca di informazioni utili e attendibili nel mondo del food&beverage

0 Commenti