Nacquero egli anni Venti in America, quando bere era proibito: locali segreti dove poter consumare alcol in libertà, oggi tornano di gran moda
E’ ingrediente di cocktail celebri come il Negroni e il Manhattan, ma il grande pubblico torna ad amare il vermut nella versione pura
Che il suo nome venga scritto “vermut” o “vèrmot” all’italiana, oppure “vermouth” in francese, la sua essenza e la sua storia non cambiano: parliamo infatti di uno dei più celebri vini aromatizzati del mondo, che fu creato per la prima volta a Torino nel 1786. Lo stretto legame di questa bevanda alcolica con il suo territorio di nascita ha avuto l’ennesima conferma nel 2017, quando la Comunità Europea le ha riconosciuto il marchio IGP. E oggi sta tornando sempre più di moda.
In realtà “lo è sempre stato”, dal momento che il vermut, nelle sue versioni sia bianche che rosse, entra a far parte di tanti celebri cocktail, primi fra tutti il Negroni e il Manhattan. Ma grazie alla versatilità che lo vede perfetto da gustare sia come aperitivo che a fine pasto, pregiate bottiglie provenienti da diversi territori del mondo, iniziano a troneggiare molteplici nei bar e nei ristoranti, tutti da provare, tal quali con o senza ghiaccio, con una spruzzata di seltz, o ancora con una scorza di limone per profumarlo nel bicchiere, a seconda delle preferenze.
Vermut resi unici dalle ricette segrete dei marchi produttori: ogni casa ha la sua formula gelosamente custodita, nelle quale si possono trovare ora la genziana ora i fiori di sambuco, e ancora china, rabarbaro, spezie (come il pepe, la cannella, lo zafferano ed i chiodi di garofano) ed erbe aromatiche (come timo e melissa). Ma degli ingredienti che accomunano i vermut ci sono, e si tratta del vino di base e l’artemisia, pianta un tempo utilizzata per la produzione dell’assenzio. Non a caso, il termine tedesco “Wermuth” dal quale è derivato l’appellativo italiano significa proprio “assenzio”. I vini impiegati si differenziano da zona a zona, ma nel caso del Vermut di Torino IGP si tratta naturalmente di prodotti enologici ottenuti da vitigni piemontesi.
Il vermut è ottimo anche per accompagnare raffinate degustazioni: ad esempio il vermouth dry francese è perfetto per accompagnare ostriche e pesci crudi o affumicati. I vermut rossi dalle note più decise si abbinano benissimo a fine pasto con della buona biscotteria e dolci lievitati tradizionali. E ancora, quelli a base di vino Moscato si prestano ottimamente alla degustazione di alcuni formaggi, come quelli erborinati.
Lo scorso aprile è nato anche un organismo ufficiale che ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere la qualità e la cultura di questo celebre vino aromatizzato: l’Istituto del Vermouth di Torino, costituito dalle principali aziende che si occupano delle produzioni di vermut che si fregiano dell’indicazione geografica.
Il vermut è una vera filosofia di vita, un vino aromatizzato che concentra in sé una storia antichissima, e forse proprio per questo resta sempre attuale: cogliamo l’occasione per riscoprirlo.
Fonte: Food Life Style
Scritto da Redazione ProDiGus
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