Continua la “svolta salutista” del consumatore medio italiano, che arricchisce il proprio carrello della spesa con sempre più vegetali!
E’ la spirulina, antica 3,5 miliardi di anni, nominata superfood dalla FAO, che promette di essere tra i cibi del futuro
Si crede erroneamente si tratti di una pianta, ma in realtà è un microrganismo, un cianobatterio filamentoso chiamato tricoma (che presenta al microscopio la tipica forma della spirale, da cui appunto il nome, ndr), che fa la fotosintesi e che, per semplificare, è detta micro-alga. Oggi vi parliamo della preziosa spirulina! Originaria delle aree sub tropicali, cibo degli dèi per le civiltà precolombiane, riscoperta meno di un secolo fa e coltivata principalmente in Ecuador, Messico, Thailandia, California, India e Cina, oggi è diffusissima anche in Occidente dove viene consumata sia come alimento (sotto forma di polvere, scaglie o pasta) sia sotto forma di integratore.
Oggi l’alga spirulina si coltiva anche in Italia, in enormi vasche a temperatura controllata (tra i 25° e i 35°) e con l’acqua in continuo movimento per garantire lo scambio tra anidride carbonica e ossigeno, che avviene appunto grazie all’azione di fotosintesi dell’alga stessa. Dall’inoculo alla raccolta, la spirulina impiega un tempo di accrescimento di due/tre mesi in relazione alle stagioni e alle relative condizioni di luce e calore. Si raccoglie per filtrazione, ottenendo una pasta che poi viene sottoposta ad essicazione ad una temperatura di massimo 40°C.
Dalla Sardegna alla Campania, complici il sole e le temperature miti, iniziano a diffondersi sempre più gli stabilimenti specializzati ad alta tecnologia (spesso start up di giovani imprenditori) che permettono di ottenere un prodotto biologico di altissima qualità e dalle ormai sempre più note proprietà nutritive. Le proprietà benefiche dell’alga spirulina sono tali, infatti, da essere idonee alla normale integrazione alimentare (l’assunzione di una dose pari a 3/5 grammi al giorno – nei cibi o come integratore - garantisce infatti, all’interno di una dieta sana e bilanciata, la giusta integrazione in termini di antiossidanti, vitamine e sali minerali), ai regimi vegetariani e vegani (per l’importante apporto di proteine di origine vegetale), ma potrebbero essere una valida prospettiva per quelle popolazioni il cui apporto in termini di proteine, vitamine e sali minerali è ancora troppo basso e ben al di sotto del fabbisogno giornaliero.
L’antica e al tempo stesso modernissima alga spirulina contiene infatti fino al 70% di proteine, tutti gli amminoacidi essenziali, acidi grassi essenziali come omega 3 e omega 6; vitamine del gruppo A, B, C, D, K ed E; potassio, calcio, cromo, rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio, sodio e zinco. Non contiene invece iodio perché nasce e si riproduce in acqua dolci. E’ chiamata anche alga verde-azzurra per l’elevato contenuto di pigmenti: la clorofilla, i betacaroteni e ficocianina (che le conferisce il tipico colore blu/azzurro). La ficocianina è inoltre una proteina dall’altissimo potere antiossidante grazie alla presenza di acido ascorbico e tocoferolo che contrastano i radicali liberi.
Già integrata anche nell’alimentazione degli astronauti della NASA, l’assunzione di spirulina deve però rientrare entro un massimo di 5 grammi al giorno e possibilmente l’aumento del dosaggio dovrebbe essere graduale per dare all’organismo il tempo di abituarsi all’alta concentrazione di principi nutrizionali che la rendono particolarmente attiva. La spirulina, come concentrato di principi nutritivi, è inoltre eco-sostenibile, per produrla, infatti, serve uno spazio di 20 volte inferiore rispetto a quello necessario per la coltivazione della soia e addirittura 200 volte inferiore rispetto a quello necessario per la produzione di carne bovina.
In cucina, l’utilizzo più frequente dell’alga spirulina è in aggiunta alle verdure (fresche o cotte), ai frullati, ai centrifugati e agli estratti. In polvere, si può aggiungere all’impasto di pasta fresca, gnocchi e pane, ma anche per insaporire zuppe e minestre a base di verdure, legumi o pesce. Abbiate cura di aggiungerla il più possibile verso la fine della cottura per preservarne al massimo le proprietà.
Photo via Pexels
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.
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