Nutri-Score

La nuova frontiera della comunicazione ai consumatori

Nutri-Score

Dopo la decisione presa questa estate dal governo belga, in merito all’adozione dell’etichettatura nutrizionale volontaria denominata Nutri-Score, già diffusa in Francia, recentemente le aziende Carrefour e Danone hanno annunciato la scelta di utilizzarla.

Un’opzione che nasce seguendo le orme delle catene di distribuzione Delhaize e Colruyt, tra le prime ad applicare quest’etichetta, consistente in un logo a colori con cinque lettere: la lettera “A” è abbinata al colore verde scuro e va a contrassegnare la miglior valutazione dei prodotti, mentre l’ultima, ovvero la lettera “E”, mira ad avvertire il consumatore sui cibi di qualità nutrizionale peggiore. Tale valutazione, naturalmente, è espressa basandosi sull’insieme degli ingredienti e dei conseguenti nutrienti che si ritrovano all’interno di un determinato cibo. 

Dal mese di ottobreCarrefourha messo a disposizione le informazioni dei Nutri-Score relativi a tutti i 1.200 prodotti venduti a proprio marchio in Belgio, consultabili scaricando l’app dedicata della nota insegna francese. L’azienda annuncia inoltre che l’etichetta su tutte le confezioni vendute sarà apposta e disponibile entro la fine del 2020.

La scelta di fornire le informazioni prima nel mondo virtuale, e successivamente sui prodotti reali, è stata attuata anche dalla Danone, che ha garantito già da questo mese l’uscita sul proprio sito dei Nutri-Score relativi a tutti i prodotti qui presentati, con l’obiettivo di coprire l’intera gamma anche nei supermercati entro la fine del 2020. L’impegno di Danone è rafforzato da alcunistudiche hanno dimostrato quanto questo nuovo sistema di trasmissione d’informazioni al consumatore sia facile ed intuitivo, nonché in grado di influenzare maggiormente il comportamento d’acquisto

In Italia, sia vari ministeri che la Coldirettie diversi produttori si sono schierati contro l’introduzione di questo tipo di etichettatura – anche conosciuta con l’appellativo “a semaforo”, motivando il proprio pensiero attraverso la salvaguardia dei prodotti made in Italy, dal momento che molti verrebbero penalizzati (basti pensare ai soli prodotti di salumeria). Perché oltre alla “qualità”, nell’assunzione degli alimenti bisognerebbe sempre tener conto anche dell’importanza delle “quantità”. 

Che la soluzione sia ancora un’implementazione del sistema di etichettatura, con indicazione facilmente intuibile anche della quantità raccomandata giornaliera relativa all’assunzione dei cibi con più problematiche nutrizionali? Dopotutto, è utopia pensare che il Nutri-Score vada a promuovere l’acquisto di prodotti sani senza dare più alcuna chance all’acquisto di prodotti più “junk”, ormai parte  integrante della vita quotidiana delle popolazioni di ogni parte del mondo.

 

Fonte: ilfattoalimentare.it 

Scritto da Redazione ProDiGus

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