La scelta del bicchiere da vino

Dal corno bovino…al bicchiere giusto per ogni vino

La scelta del bicchiere da vino

Degustare un vino deve sempre essere un momento piacevole, per cui è necessario dotarsi del bicchiere giusto per farlo. Si narra che il primo prototipo di bicchiere ideato dall’uomo sia nato da un corno bovino, ma nel corso dei secoli tante sono le tipologie nate, diverse per materiali di produzione, colori e spessore.  

Il bicchiere dovrebbe essere preferibilmente in vetro molto sottile, e assolutamente non colorato e non smerigliato, in modo da consentire di apprezzare e valutare al meglio il colore del vino. Altri materiali per bere  (es. metallo e ceramica) potrebbero danneggiare il sapore, oltre a non far apprezzare il colore e la limpidezza del vino. 

E’ preferibile un bicchiere a calice con gambo lungo, in modo che il calore della mano non interferisca con la temperatura del vino e non faccia percepire eventuali odori provenienti dalla mano stessa. Questo in generale, perché se invece beviamo vini rossi e corposi, affinati, invecchiati, allora il tepore della stessa mano (possibilmente non profumata o con odore di tabacco) giova a far emergere aromi e sapori di questi vini. 

Devono essere evitati i calici a giglio (anche se molto romantici e più belli), di forma simile alla corolla di un fiore che si apre, perché disperdono gli aromi e non li fanno percepire al naso, oltre a rendere fisicamente più difficile bere.  

Chi ama assaggiare diverse tipologie di vini, dovrebbe possedere almeno sei tipi di bicchieriper vino. Di seguito andremo ad elencarli, tenendo conto del fatto che nel vino si possono riscontare:

  • aromi primari, propri delle uve aromatiche come l moscati, le malvasie, i brachetti, il gewürztrminer;
  • aromi secondari o di fermentazione, tipici dello chardonnay (banana-ananas), del prosecco (pera Williams), del sauvignon blanc (foglia di pomodoro), del cabernet sauvignon (peperone verde), del merlot (erbaceo) e del lagrein (nespole);
  • aromi terziari o da invecchiamento(in senso positivo per il vino, cioè non di vino vecchio).

 

La flûte, che ha la forma di un cono rovesciato, per il servizio dei vini frizzanti e degli spumanti, entrambi  non dolci; grazie alla sua forma allungata e stretta consente di apprezzare il perlage e avanzare qualche previsione sul gusto che incontreremo nel vino.

Il calice per i vini bianchi e freschi (giovani, piuttosto semplici sia dal punto di vista olfattivo che gustativo), vini rosati: di dimensioni ridotte, con imboccatura tale da convogliare gli aromi del vino verso il naso, i sapori semplici verso il centro del palato;

Il bicchiere per vini bianchi importanti (come quelli che hanno subito un passaggio in barrique) e i vini rossi giovani mediamente invecchiati (comunque più complessi al gusto e all’olfatto rispetto ai bianchi giovani) è leggermente più ampio (panciuto) del precedente e serve per consentire al vino di ossigenarsi al fine di liberare tutti gli aromi e sviluppare in pieno l’insieme dei componenti gustativi.

Viene usato anche per lo Champagne e gli spumanti millesimati in quanto mette bene in evidenza la finezza o meno del perlage, oltre a consentire lo sviluppo degli aromi e sapori.

Il Baloon viene raccomandato per i vini rossi importanti: la forma è tipicamente molto panciuta (piccolo pallone) e serve per la degustazione di vini che hanno subito l’affinamento o addirittura l’invecchiamento, per cui hanno acquisito aromi terziari molto complessi che si possono sentire solo attraverso una bocca ampia del bicchiere ed un’altrettanto ampia superfici del vino in questo. Sono aromi e sapori così complessi da richiedere che il vino venga fatto roteare a lungo nel bicchiere, prima di berlo.

L’utilizzo della coppa è invece da preferire per  i vini molto aromatici e dolci (es. moscato d’Asti), oltre che per spumanti dolci e champagne non millesimato, in modo da non disturbare troppo e non affaticare il naso con il loro grande effluvio di aroma.

Il calice molto piccolo si adatta perfettamente al servizio di vini dolci sia rossi che bianchi. L’imboccatura piccola si presta per meglio conservare gli aromi, ed anche la capacità limitate è più che idonea, perché di tali vini si bevono piccole quantità essendo più alcolici (e per non sconfinare in un retrogusto stucchevole).

Ma quanto vino metter nel bicchiere? 

Diciamo allora che il bicchiere non deve mai essere riempito tutto, non solo per motivi di praticità ma anche perché in tal modo non si riuscirebbe a percepirne a pieno gli aromi. Senza stare a indicare le quantità in centilitri, possiamo dire che non si deve mai superare i due terzi dell’altezza della coppa (parte contenitrice del vino, mentre il resto del bicchiere è stelo o gambo e piede o base) e per vini importanti non superare un quarto.

Queste indicazioni saranno utili per bere senza difficoltà, ma soprattutto per assaporare bene il vino e percepire al massimo le emozioni che è in grado di trasferire al palato. 

Note bibliografiche

  • AA.VV. Tecnica della degustazione AIS
  • AA.VV. Manuale del Sommelier AIS
  • Il Giornale, I grandi libri del vino, 1° vol.. ED. GRIBAUDO

Photo via Canva

Scritto da Luciano Albano

Laureatosi nel 1978 con lode in Scienze Agrarie, presso l'Università di Bari, si è specializzato nel 1980 in "Irrigazione e Drenaggio dei terreni agricoli" presso il C.I.H.E.A.M. (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici del Mediterraneo) di Valenzano (Bari), ha conseguito nello stesso anno anche l'abilitazione alla professione di Agronomo. Fino al 1/3/2018 ha lavorato alla Regione Puglia nell'Ufficio Territoriale di Taranto, quale Responsabile della P.O. "Strutture Agricole". Appassionato di olio e vino ha conseguito il Diploma di Sommelier AIS nel 2005 e ottenuto nel 2008 l'Attestato di Partecipazione alle Sedute di Assaggio ai fini dell'iscrizione nell'Elenco Nazionale di Tecnici ed Esperti degli oli di oliva extravergini e vergini. Fino al 2018 è stato iscritto all'Albo Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali e come CTU presso il Tribunale di Taranto. Ama il food & beverage e ne approfondisce i vari aspetti tecnici, alimentari e storici

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