Un grande classico della cucina in una versione semplice, arricchita con ingredienti mediterranei a tutto sapore
Da come berlo con eleganza al materiale giusto in cui servirlo
Il rito italiano per eccellenza, ovvero quello di prendersi una pausa con un buon caffè, può trasformarsi in un’esperienza elegante grazie ai piccoli consigli del galateo, soprattutto quando ci si trova a sorseggiarlo nell’ambito di incontri di piacere o di lavoro importanti.
E’ curioso addentrarsi nella storia del caffè e scoprire che il suo consumo si affermò nel ‘700 proprio nei salotti aristocratici, che lo elevarono a bevanda intellettuale per eccellenza.
Il galateo racconta che il servizio del caffè costituisce da secoli uno dei pochi casi in cui si ritiene che dovrebbe essere sempre la padrona di casa in persona a servirlo direttamente davanti agli ospiti. Infatti, agli stessi si dovrebbe presentare sempre il servizio da caffè completo insieme a zuccheriera, lattiera e qualche biscottino o mignon d’accompagnamento, per poi fare un ingresso quasi “trionfale” nella stanza con la caffettiera calda e fumante.
Sì a versare e porgere la tazzina del caffè a ciascun ospite, che resta un atto di cortesia.
Ed ora si passa ai complementi. A partire dal piattino, che dovrebbe essere sempre un elemento imprescindibile che accompagna la tazzina, al fine di evitare l’imbarazzo all’ospite di non saper dove appoggiare il cucchiaino sporco. Lo stesso piattino andrebbe inoltre sempre portato vicino alla bocca insieme alla tazzina stessa.
Per quanto riguarda il cucchiaino, per quanto ve ne siano di forme e materiali diversi, “vietato” portarlo alla bocca e riporlo all’interno della tazzina.
Inoltre, si denota un maggior garbo nel mescolarlo dal basso verso l’alto, piuttosto che nel più classico senso rotatorio. Altrettanto importante la gestualità generale: mai alzare il mignolo mentre si beve, ed evitare vivamente sia di emettere suoni di “risucchio”, sia di far fare rumore a tazzine e piattini.
Parallelamente a tutto ciò, esiste anche un “galateo” che riguarda materiali e forme più adatte al servizio del caffè per esaltarne le caratteristiche. La regina resta la porcellana bianca (ed il grès porcellanato), come quella impiegata nella maggior parte dei bar, perché essendo un materiale non poroso, dà garanzia di non trattenere microbi e odori. Il suo notevole spessore la rende pressoché infrangibile, nonché in grado di trattenere a lungo il calore.
Mai usare invece l’acciaio inox, mentre il vetro rappresenta una buona alternativa, benché disperda più rapidamente il calore.
E per quanto riguarda la forma? La tazzina classica possiede un diametro ristretto che migliora l’immediata percezione degli aromi.
Spesso oggi vediamo servire il caffè in tazzine o bicchierini “a tulipano”, che in realtà con la loro forma lasciano che l’aroma arrivi al naso in modo più aggressivo e non perfettamente idoneo a percepire con una certa gradualità ogni sfumatura olfattiva.
Scritto da Redazione ProDiGus
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