Il re del colore e del profumo in tavola da Oriente a Occidente: ecco le migliori ricette e abbinamenti per valorizzarlo in cucina
Gli insaziabili che facevano a gara di scorpacciate di cibo esistevano già secoli fa, come Nicholas Wood, il Grande Mangiatore del Kent
Da diversi anni si è diffusa la moda di abbuffarsi di cibo, che è nata negli Stati Uniti ed è diventata tanto popolare da divenire un vero e proprio “sport” da competizione. Questa gara ha però antiche origini se pensiamo che già nei primi decenni del ‘600 in Inghilterra c’era Nicholas Wood, l’uomo divenuto noto con l’appellativo di Grande Mangiatore del Kent.
Wood era un contadino, nato a Hollingbourne, nel Kent, presumibilmente intorno al 1580. Era un uomo forte, temprato alla fatica, che adorava il fegato di mucca ma mangiava in quantità esorbitante tutto quello che gli capitava. Se abbiamo sue notizie lo dobbiamo al poeta inglese John Taylor il quale, venuto a conoscenza del “fenomeno Wood” e dopo averlo conosciuto, pensò di diventare suo impresario e trarre profitto dalle sue esibizioni pubbliche.
Quando Taylor conobbe Wood quest’ultimo aveva già acquisito la fama di mangiatore sovrumano. Durante i primi incontri Taylor lo vide divorare pasti esagerati; Wood mangiava più di quanto sarebbe bastato ad un intero esercito per una settimana e partecipava a sfide nei banchetti nelle fiere scommettendo anche con dei nobili signori. C’è da dire che non sempre le scommesse che Wood faceva su quello che poteva mangiare avevano un esito a suo vantaggio. Sembra che una volta il troppo cibo gli causò un coma alimentare. Una seconda volta fu sfidato da un uomo che diceva di poterlo sfamare con 2 scellini e gli servì 12 pagnotte di pane imbevuto di birra forte; Wood si ubriacò, perse i sensi e subì l’umiliazione della sconfitta.
Divenuto amico di Nicholas, John Taylor scrisse in suo onore un opuscolo dal lungo titolo che tradotto in italiano è “Il Grande Mangiatore del Kent, ovvero parte delle ragguardevoli imprese di denti e stomaco di Nicholas Wood di Harrison nella contea del Kent e il suo modo eccessivo di mangiare, senza buone maniere, descritta in maniera bizzarra e veridica”. Come descritto nel libricino, Wood era arrivato a mangiare una pecora intera e cruda e in altre occasioni 30 dozzine di piccioni o ancora 84 conigli. Tutto questo indusse Taylor a paragonare le imprese di Wood a quelle di grandi imperatori quali Carlo Magno e Alessandro Magno.
L’ opuscolo scritto da Taylor e pubblicato nel 1630, anno della morte di Wood, era stato scritto allo scopo di promuovere una mostra gastronomica che però non aveva avuto luogo così come l’offerta di vitto, alloggio e compenso che Taylor aveva fatto all’amico Wood non ebbe una risposta positiva. Esibirsi ai Bear Gardens di Londra, dove allora si svolgevano combattimenti di animali non sembrò infatti una buona idea a Nicholas che non era più tanto giovane, e gli era rimasto un solo dente in bocca per aver mangiato una spalla di montone comprese le ossa.
Nicholas Wood è stato forse il primo esempio di quelli che oggi sono i mangiatori di professione che, spinti dallo spirito competitivo, dal gusto della fama e dai premi in palio hanno fatto sì che dalla fine degli anni ’90 ad oggi le gare di cibo siano seguite negli Stati Uniti da circa 2 milioni di spettatori. Esistano persino federazioni di atleti del cibo in varie parti del mondo. Se pure si ritengono divertenti o spettacolari, queste sfide sono un vero e proprio schiaffo alla salute, allo spreco alimentare e alla carenza di cibo di cui soffrono tante popolazioni. E su questo meditate gente…meditate!
Fonte immagine: Raccoonish/Public Domain
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