Dalla Gran Bretagna la “cagliata di frutta” che ne conserva ogni profumo e sapore
Scopriamo come differenziare e smaltire correttamente il caffè in ogni sua parte, da cialde e capsule a fondi, macchinette e tazzine rotte
“E’ sempre il momento giusto per una buona tazza di caffè”, recitava un vecchio spot pubblicitario! Ed è proprio vero, perchè oggi come ieri, la pausa caffè è un rituale, un mantra che inizia al mattino appena svegli e prosegue per l’intera giornata, a lavoro, per due chiacchiere, per un momento di relax, per ricaricarsi in vista di una fatica da affrontare.
Tradizione e innovazione viaggiano parallele, a volte scontrandosi tra le fazioni dei puristi e quella degli innovatori ma comunque, con il suo aroma inconfondibile, è un alimento insostituibile! Proviamo a capire però la bevanda più amata dagli Italiani dal punto di vista della differenziazione e dello smaltimento dei rifiuti prodotti nell’intero ciclo che va dalla preparazione al consumo del caffè in tazzina, per assicurarci la giusta attenzione nei confronti dell'ambiente.
Come prepari il tuo caffè?
La tradizione impone la moka, rigorosamente in alluminio; ad oggi la maggior parte delle caffettiere prodotte in Italia – moka o napoletana che sia - è realizzata con materiale riciclato. Questo è indubbiamente un fattore eco-sostenibile che dobbiamo impegnarci ad incentivare attraverso il corretto smaltimento e il conseguente riciclo delle macchinette che non utilizziamo più perché vecchie, mal funzionanti o semplicemente perché decidiamo di passare ad un altro metodo di preparazione. Per sapere come smaltire correttamente l’alluminio nella propria zona di residenza, è bene consultate il servizio raccolta rifiuti municipale o utilizzare l’app Junker che scioglierà ogni dubbio in merito.
Tutte le tipologie di macchinette elettriche costituiscono, in caso di dismessa, un rifiuto RAAE (cioè un Rifiuto da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che va assolutamente conferito nei centri di raccolta autorizzati della propria zona o riconsegnato – come previsto dalla legge – al rivenditore al momento dell’acquisto di un equivalente nuovo prodotto; il rivenditore a sua volta avrà l’obbligo del corretto smaltimento.
Quale tipologia di caffè utilizzi e cosa rimane dopo aver gustato la fumante tazzina di oro nero?
Le confezioni sottovuoto di miscele macinate o in chicchi per la moka sono realizzate in poliaccoppiato di plastica e alluminio (un materiale identificato con il codice C/LDPE 90) e come tale vanno smaltite nella raccolta della plastica (in quanto questa risulta prevalente in percentuale rispetto all’alluminio). Nel caso invece dei barattoli in latta (acciaio) questi vanno smaltiti esclusivamente con l’alluminio e i metalli perché sono riciclabili al 100% e risultano così indubbiamente più sostenibili e pertanto, da preferire ove possibile.
Finita la pausa, nella moka rimangono i fondi del caffè che vanno differiti nell’organico o, se si vuole essere ancora più eco-friendly, cliccate qui per scoprirne tutti gli usi per l'economia circolare domestica. Se, al contrario, ci si è fatti prendere la mano dalla moda della capsule o delle cialde, la miscela di caffè si presenterà già porzionata in un involucro di carta (la cialda) che dopo il consumo andrà smaltita nell’organico o in un piccolo contenitore di plastica o alluminio (la capsula) che, una volta utilizzato, andrà aperto e svuotato per poter dividere e differenziare la componente in platica o in alluminio da quella umida del caffè che va anche in questo caso nella porzione umida dei rifiuti.
Se, come spesso purtroppo accade, questa operazione non viene eseguita, l’intera capsula va smaltita nell’indifferenziata. Alcuni produttori, con una politica commerciale più attenta, propongono una raccolta diretta delle proprie capsule impegnandosi ad avviarle completamente al riciclo. Anche questa iniziativa richiede un piccolo impegno da parte del consumatore, che andrebbe incentivato sempre di più per alimentare un circolo virtuoso per l’ambiente e l’intero ecosistema.
Alcune aziende stanno iniziando anche ad utilizzare una speciale plastica compostabile che, laddove previsto dal regolamento comunale sui rifiuti, può essere smaltita con l’organico. Ovviamente il packaging di capsule e cialde va differenziato anch’esso facendo attenzione alla bustina monodose contenete la capsula e generalmente realizzata in plastica e alla confezione quasi interamente prodotta in carta.
In tazza o al vetro?
A prescindere da come si preferisca bere il proprio caffè, è bene ricordare che, in caso di rottura o di semplice rinnovo del servizio, la tazzina di ceramica va rigorosamente smaltita nell’indifferenziata e mai con la raccolta del vetro. Se invece la pausa caffè si fa al distributore automatico, il bicchierino monouso va conferito nella plastica, nella carta o nell’umido a seconda che sia o no riciclabile o addirittura compostabile.
A proposito del monouso, lo scorso 14 gennaio è scattato, in Italia, il bando all'uso della plastica per bicchieri, palette, posate ecc. Finalmente si è dato avvio alla tanto auspicata rivoluzione verde che normata dal decreto legislativo n° 196 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 Novembre 2021, recepisce la Direttiva UE Sup (single use plastic) del 2019. Gli obiettivi del 2026 saranno realizzabili se ciascuno, nel suo piccolo, si impegnerà a fare la sua parte.
Ogni piccolo gesto, compiuto consapevolmente, può rendere ogni sorso di caffè davvero più sostenibile!
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.
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