Recenti studi elevano la deliziosa frutta a guscio come valido aiuto per la prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete
Occorre approfondirne la conoscenza, per scegliere concretamente se tollerarli o tenersene lontani
Siamo certi che il cibo industrialeche consumiamo quotidianamente sia preparato e confezionato nel modo corretto?
Quali sono i prodotti più sicuri per la nostra salute, e soprattutto, come sceglierli al supermercato? Il primo passo è imparare a leggere le etichetteriportate sulle confezioni, un’abitudine apparentemente semplice ma praticata in maniera frettolosa, che dovrebbe servire ad orientarci fra gli affollati scaffali della GDO. Saperle interpretare correttamente rappresenta,
infatti, un atto di grande responsabilità verso noi stessi, poiché ci permettono di fare scelte consapevoli per il nostro benessere, potendo valutare le reali caratteristiche di un determinato prodotto in termini di qualità.
L’etichettadeve riportare per legge l’elenco degli ingredienti che compongono un determinato prodotto in modo chiaro, semplice, leggibile e veritiero, ma non è scontato che il consumatore sia in grado di interpretarne appieno il significato. In particolare, vale la pena soffermarsi su una delle ultime voci che compongono questo elenco, ovvero gli additivi alimentari;termine, che raggruppa una categoria di sostanze aggiunte nella preparazione degli alimenti per scopi ben precisi: migliorarne il sapore, la consistenza o l’aspetto, mantenerne la freschezza, prolungarne la durata di conservazione o incrementarne il valore nutrizionale.
Secondo le norme sanitarienazionali ed internazionali, questi composti devono necessariamente essere innocuie menzionati in modo chiarosulla confezione. Li possiamo trovare indicati con il loro nomecompleto, oppure con sigle che iniziano con una “E”, seguita da un numero, e ciò significa che l’additivo alimentare è stato autorizzato a livello europeo.
Nel nostro continente la valutazione della sicurezza spetta ai professionisti dell’Efsa, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ne stabiliscono inoltre i limiti di utilizzo o le eventualirestrizioni a seconda dell’additivo stesso, del prodotto alimentare in cui è contenuto, o del gruppo di consumatori a cui è destinato l’alimento.
Sono circa 3.000 gli additiviimpiegati dall’industria alimentare, ricavati da sostanze naturali, oppure sintetizzati in laboratorio secondo la formula chimica delle sostanze naturali o con una composizione che non si trova in natura. Solitamente vengono suddivisi in base alla loro funzione.
Impariamo allora a conoscerli e a familiarizzare con le sigle che li rappresentano.
- Acidificanti: aumentano l’acidità di un alimento. Ne è un esempio l’acido fosforico (E338)
- Addensanti, Emulsionanti, Gelificanti, Stabilizzanti: queste tipologie di additivi hanno la funzione di legare tra loro sostanze insolubili come lipidi e acqua, rendendo denso e pastoso l’alimento. A questa categoria appartengono, tra gli altri, gli alginati(E400 - E404)derivati delle alghe, la pectina(E440),proveniente dalla frutta e impiegata come addensante nelle caramelle morbide o nelle marmellate, la gomma di guar(E412)usata in salse e derivati del latte.
- Agenti di rivestimento: sostanze che vengono applicate come protettivo sulla superficie dell’alimento, conferendo spesso un aspetto lucido. Ne sono un esempio le cere, che soddisfano una duplice funzione: di protezione, isolando l’alimento dal contatto con l’ambiente, ed estetica.
- Amidi modificati (E1404 e altri con cifra iniziale 14): sono sostanze ricavate da cereali, patate e tapioca che prevengono la formazione di grumi nei prodotti in polvere.
- Antiossidanti (da E300 a E322): estendono la conservazione degli alimenti proteggendoli dall’ossidazione; tra i più conosciuti ricordiamo le lecitine, la cui presenza impedisce l’ossidazione dei grassi e di conseguenza il loro irrancidimento. Poiché le stesse possono causare allergie, nell’elenco degli ingredienti va aggiunta l’origine dell’additivo, ad esempio lecitina di soia o lecitina di uova. Hanno inoltre una funzione emulsionante.
- Aromi: vengono utilizzati per migliorare o arricchire un cibo sotto l’aspetto del gusto e dell’olfatto. Si dividono in due categorie: aromi naturali(olio, aceto, sale, zucchero e limone) e aromi artificiali, cioè frutto di sintesi chimica, atti ad imitare gli omologhi naturali. Sono altresì naturali le essenze, gli estratti, i succhi concentrati o liofilizzati ottenuti tramite distillazione o estrazione a mezzo di solvente.
- Coloranti (da E100 a E199): Servono soprattutto per appagare l’occhio. A volte vengono usati per riprodurre il colore naturale dell’alimento che scompare durante la fase di lavorazione o di conservazione dello stesso, oppure per conferire al cibo un colore più appropriato. Tra i più noti, il caramello (E150).
- Conservanti (da E200 a E299): aumentano la durata degli alimenti, rallentando il processo di deterioramento del cibo causato da microrganismi quali lieviti, muffe e batteri. I più utilizzati sono i nitrati E251, E252e i nitritiE249 E250, impiegati soprattutto per salumi, insaccati e carni lavorate. Va sottolineato che la maggior parte degli alimenti a lunga conservazione contiene dei conservanti, a meno che non sia stato utilizzato un altro metodo di conservazione come la congelazione, l’essiccazione o l’inscatolamento.
- Correttori di acidità (da E325 – E385)correggono l’acidità naturale dei cibi. Attenzione perché quelli derivati dai fosfati e numerati dal 338 al 343 possono sottrarre calcio all’organismo.
- Edulcoranti o dolcificanti (E420 – E421) (E950 – E968): sostanze utilizzate per rendere più dolce ed appetibile il sapore di un prodotto, e allo stesso tempo possono svolgere anche un’azione conservante. I più noti sono l’aspartame(E951) e la saccarina(E954).
- Esaltatori di sapidità (E600 – E646): esaltano il sapore di un alimento salato o dolce senza aggiungere un loro specifico sapore. Un esempio il glutammato monosodico(E621), aggiunto spesso in salse e minestre.
- Gas d’imballaggio: modificano la composizione dell’aria nella confezione. Citiamo l’elio (E939)e l’azoto (E941)
La presenza degli additivi alimentari nei cibi che consumiamo risulta molto diffusa, in quanto le esigenze a cui offrono soluzioni sono molto eterogenee.
Qualunque sia la loro funzione, gli aspetti che li accomunano sono il loro utilizzo per la raggiunta di un fine tecnologico, il fatto che non si consumano tal quali(vengono infatti aggiunti intenzionalmente a certe preparazioni), e che modificano le caratteristiche fisico-chimichee organolettiche dell’alimento.
Una gamma di elementi estranei all’organismo umano, gli additivi alimentari, che con il loro utilizzo, hanno contribuito a modificare le abitudini alimentari di noi consumatoriin maniera irreversibile, sia in termini di percezione del gusto, che di metodologia nell’approvvigionamento del cibo.
Vogliamo prodotti esteticamente belli, saporiti, e che si conservino il più a lungo possibile, e tutto ciò ovviamente ha un prezzo, soprattutto per la nostra salute.
Se è vero che ingerire una quantità giornaliera minima di additivi non comporta alcun rischio, è altresì consolidato che un loro abuso può portare ad una serie di effetti collaterali importanti per il nostro corpo.
Scritto da Redazione ProDiGus
Il nostro staff in costante elaborazione e ricerca di informazioni utili e attendibili nel mondo del food&beverage
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