Spezie... “taroccate”
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Possibili contraffazioni anche dietro gli aromatizzanti più amati in tutto il mondo, inclusa la curcuma

Spezie... “taroccate”
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Se pensate che le contraffazioni riguardino solo borse, accessori e abiti griffati, vi sbagliate. Anche le spezie ne sono vittime.

Curcuma, cumino, zenzero e tante polveri, semi o erbe che abitano nella nostra dispensa potrebbero essere state oggetto sia di contraffazione che di adulterazione.
Lo zafferano è la spezia senza dubbio più contraffatta, anche quella prodotta in Italia.

Per quello importato i controlli sono serrati, ma qualche rischio c’è sempre. Spesso il cartamo viene spacciato come zafferano perché ha delle infiorescenze molto simili ai pistilli del fiore del Crocus Sativus.

Non ci sono problemi per la salute, in questo specifico caso di contraffazione, ma commercializzare un prodotto per un altro è comunque una frode. Adulterare un alimento significa invece aggiungere alla sua composizione altri ingredienti, come il sale o il bicarbonato di sodio.

Lo scopo è naturalmente il risparmio sulla materia prima: si fa pagare al consumatore la quantità di prodotto come se si trattasse di spezia pura, invece non lo è. Un po’ come “annacquare” la benzina, per fare un esempio.

A volte le sostanze che vengono usate per raggiungere il peso indicato sulla confezione possono essere anche dannose per la salute: è il caso del talco, nell’origano e dell’argilla, nel peperoncino.

Molti degli “additivi” impiegati per alterare i cibi vengono dai paesi tropicali o comunque da luoghi dove non ci sono controlli adeguati sulla filiera alimentare. Le spezie che contengono ingredienti che non dovrebbero esserci (ovviamente non indicati sulle etichette), possono dunque contenere batteri dannosi per l’uomo. Salmonella ed escherichia coli sono alcuni dei patogeni che si possono incontrare.

Cosa si può fare quindi per tutelarsi? Preferire le spezie intere piuttosto che le polveri è una delle strade percorribili e acquistare grandi marchi, in genere, scaccia qualunque preoccupazione. Le aziende che hanno una storia alle spalle seguono degli standard ben precisi, nella lavorazione e commercializzazione dei prodotti. Inoltre gli alimenti che arrivano nel nostro paese da luoghi lontani, proprio per questa ragione, sono soggetti a verifiche accurate, lo ripetiamo. Se ne controlla il peso specifico, la carica microbica, quella batterica e le eventuali contaminazioni da pesticidi.

Le spezie, se ben dosate nelle nostre preparazioni gastronomiche, arricchiscono i piatti e fanno bene alla salute. Usiamole, quindi, e acquistiamole consapevolmente, scartando quelle che non hanno una carta d’identità. Un’etichetta per intenderci. 

Fonte: Il giornale del cibo

Scritto da Redazione ProDiGus

Il nostro staff in costante elaborazione e ricerca di informazioni utili e attendibili nel mondo del food&beverage

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