La cucina “nascosta” tra le righe del libro di Tomasi di Lampedusa
Al centro di Milano, dall’8 al 25 marzo, sarà possibile ammirare un pezzo di storia della ristorazione italiana
Correva l’anno 1852 quando Paolo Biffi, confetturiere al servizio del Re d’Italia, apriva il suo caffè e offelleria nel cuore di Milano; nel 1882 fu il primo locale a dotarsi della corrente elettrica, e in seguito divenne luogo d’incontro preferito di celebri artisti e letterati d’inizio Novecento.
Bastano queste poche righe a trasmettere l’importanza simbolica di un caffè-ristorante ancora oggi aperto a Milano, situato precisamente nella splendida cornice della Galleria Vittorio Emanuele. Qui, dall’8 al 25 marzo, tutti i visitatori potranno notare esposto un pezzo di storia del ristorante stesso, ovvero il menù giornaliero che veniva qui servito il 31 agosto del 1905, illustrato ai tempi da Luigi Capretti e conservato ai giorni nostri presso la Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco (che conta oltre diecimila esemplari di menù, la più vasta collezione conservata da un ente pubblico nel nostro paese).
Quello che tutti gli appassionati della cucina storica potranno ammirare è il menù di “un giovedì come un altro” con proposte tipiche di quel tempo. Si spazia dal risotto alla milanese ai tortellini, dai lessi agli arrosti, e ancora il cotechino e il cervello. Sul retro del menù, è impressa una lista di vini e liquori certamente tra i più alla moda durante la Belle Époque italiana.
"Molto è inevitabilmente cambiato da allora” ha affermato Tarcisio De Bacco, proprietario del Biffi “ma a sorprendere sono quei piatti sulla carta del giorno tuttora presenti nel nostro menu”.
Fonte: ANSA
Scritto da Redazione ProDiGus
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