Della frutta e del dono nella Fiscella di Caravaggio
Nuovo food trend, voglia di sperimentazioni o, più semplicemente, revival di antiche tradizioni popolari? Ecco i panini farciti di pasta
Panini farciti con gli spaghetti in America e di noodles e yakisoba in Asia: sarà capitato anche a voi di scorgerli in alcuni video e reel sui social network. Ma si tratta di novità del mercato della cucina contemporanea o di idee che riprendono alla vetusta tradizione popolare di portare in tavola piatti unici dal notevole impatto energetico, costituiti essenzialmente da carboidrati accompagnati a carboidrati, con l’obiettivo di raggiungere la massima sazietà al minimo costo?
Non lontano da quest’ultima visione gastronomica sono, ad esempio, le tradizionali nonché gustosissime e appetitose pane e panelle di tradizione siciliana che oggi rivivono una stagione di interesse da parte di cultori, gastronomi e ristoratori che le propongono nei loro menù anche più gourmet. Si pensi anche al tradizionale chip butty inglese in cui si associano il pane e le patate. Basta ricordare l'esistenza di tipicità come queste per sfatare dunque l'iniziale idea che proporre un sandwich farcito di spaghetti sia cosa assolutamente bizzarra.
Dal nome inequivocabile, spaghetti sandwich, o più esotico, spaghetti jaffle (come lo chiamano per esempio gli australiani), si tratta di una preparazione semplice che prevede spaghetti conditi con salsa di pomodoro (che possono essere lasciati interi o sminuzzati), pane (il classico panino, pane a fette o pane all’aglio) imburrato e farcito con salse, formaggi (anche grattugiati), spezie, il tutto servito caldo o freddo.
Diffuso negli Stati Uniti (soprattutto nello stato di New York e nel Minnesota) e in Giappone dove è venduto nelle aree sotterranee delle stazioni della metropolitana di Tokyo, la versione nipponica prevede l’uso di pane tipo francese o pane bianco e spaghetti conditi con ragù di carne; il tutto è consumato come pratico spuntino dai pendolari durante i tragitti in metropolitana.
Lo spaghetti sandwich ricorda anche il chow mein, altro panino tipico del Massachusetts, preparato in stile hamburger con pane e spaghetti saltati in padella con carne e verdure (chiamati anche spaghetti fritti) e servito soprattutto nei ristoranti cinesi americani e occidentalizzati. Consumato e apprezzato nelle regioni del Sol Levante anche il yakisoba-pan, un panino oblungo (che ricorda il tipico panino americano da hot-dog) che nasce presumibilmente negli anni Cinquanta del secolo scorso, descritto e rappresentato nell’iconografia e nei fumetti di tradizione nipponica come panino di noodle. Vari i condimenti che farciscono gli spaghetti, dalla maionese ai sottaceti, dalle spezie allo zenzero, dal prezzemolo alla lattuga. Trattandosi di un prodotto economico lo si trova spesso in vendita nei mini-market e viene servito anche nelle mense scolastiche.
Agli americani (specie quelli di Long Island) lo spaghetti sandwich piace servito con insalata Caesar, cipolle tostate e patatine fritte; un vero concentrato di carboidrati e grassi che le parole dello chef Auidan O’Neal descrivono così: “Inizialmente l’idea dello spaghetti sandwich non mi piaceva per niente, perché mi sembrava assolutamente ridicola e invece l’intuizione era giusta e ha funzionato, perché il panino è davvero buonissimo”. Lo chef ammette anche che si tratti di un panino "tutto fuorché salutare” e neppure economicissimo, visto che costa circa 13 dollari (pari a circa 11,5 euro), eppure i clienti fanno la fila per ordinarlo. «Ormai ne vendiamo un centinaio al giorno – conclude lo chef – ed è divertente vedere come un panino tanto ridicolo possa eccitare la gente in questo modo». Anche il rapper di fama mondiale Eminem serve con successo lo S'ghetti Sandwich nel locale di sua proprietà aperto a Detroit nel 2021 (e tutto dedicato agli spaghetti).
Questo mix improbabile di ingredienti con un elevato concentrato di calorie, nato dall’idea del proprietario del ristorante Hugue Dufur, nasce portando con sé la derisione dei grandi chef che criticarono “in tutte le salse” la scelta di inserirlo nel menù. Dopo un anno infatti, lo stesso proprietario decise di eliminarlo riscuotendo però il disappunto dei consumatori che, continuando a chiederlo, lo fecero di diritto rientrare nel menù.
Recentemente approdato anche in Italia, lo spaghetti sandwich sembra coniugare l’italian food per eccellenza con il burger made in America e così all’interno del panino sono serviti spaghetti conditi con ragù alla bolognese, spaghetti fritti e addirittura frittata di spaghetti (come suggerito dalla tradizione partenopea) con aggiunta di mozzarella o formaggio grattugiato..La fantasia italica non ha limiti e così alcuni ristoratori propongono golosi panini con spaghetti alla carbonara, alla amatriciana, cacio e pepe, sostituendo in alcune ricette gli spaghetti con vermicelli e tonnarelli.
In sintesi, l’italian spaghetti sandwich è l’espressione dell’ennesima moda che investe la gastronomia internazionale rifacendosi pur sempre alle vecchie tradizioni della cucina povera. Il panino di oggi è però “meno povero” sia nel prezzo che nell’apporto calorico. A parte il carico di carboidrati infatti, l’apporto calorico complessivo è decisamente ragguardevole. La quantità di pasta contenuta mediamente fornisce 420 kcal, altrettante quelle apportate dalla porzione di Caesar salad, si aggiungono poi circa 150 kcal del panino, 20 quelle fornite dal formaggio grattugiato, un centinaio per il burro all’aglio e ancora 160 kcal per le patatine fritte… In pochi morsi, caratterizzati da una combinazione di consistenze e di sapori, si superano così le 1000 calorie e una abbondantissima quantità di grassi.
C’è da chiedersi quanto resisterà ancora questo “improbabile” panino con la pasta nei menù…probabilmente fino all’arrivo del nuovo food trend.
Photo made in AI
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.
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