Due fenomeni per osservare le magie delle differenze di stabilità e di densità
Bere bevande alcoliche in Giappone si arricchisce di gusto con il servizio di piccole pietanze, negli izakaya come in casa
In Italia spritz e “cicchetti”, in Spagna birra e “tapas”… e in Giappone? Anche nella cultura nipponica esiste un’occasione di consumo che potremmo in qualche modo assimilare al nostro celebre, unico e irrinunciabile momento dell’aperitivo (pur con le dovute differenze).
È quella che vede la consuetudine servire bevande alcoliche con snack chiamati sakana, shukō o otsumami. Di solito sono piuttosto salati e serviti in porzioni relativamente piccole. I sakana sono solitamente più sostanziosi delle tapas, anche se non sono considerati un pasto poiché non sono accompagnati da riso. Tradizionalmente, i giapponesi consideravano il sake (che è fatto con il riso) come un sostituto del riso bianco servito in un pasto giapponese standard, e di conseguenza alcuni giapponesi non mangiano riso bevendo alcolici contemporaneamente.
I sakana vengono serviti in locali noti come izakaya. Quando ci si siede per la prima volta in un izakaya, un piccolo antipasto viene portato sul tavolo prima di ordinare qualsiasi bevanda. Si chiama otoshi e fa parte del coperto: spesso include insalate di cavolo, insalate di patate, o ancora degli tsukemono (sottaceti giapponesi).
A seguire, i clienti procedono all’ordine di sakana per tutto il tempo in cui sostano al tavola bevendo in compagnia: vengono dunque serviti rigorosamente pochi alla volta, a ricordare quasi una sorta di “rituale”, anche nell’ambito domestico, ed originariamente furono progettati per essere abbinati in particolare alla degustazione dello shōchū (distillato giapponese ricavato da orzo, riso o patate dolci) o del sake. Lo stesso termine “sakana” trae la sua origine dalle parole saka (sake) e na (contorno). Poiché il pesce essiccato e le uova di pesce salate erano la scelta più popolare per dar vita a tali piatti, nel corso degli anni il termine sakana in Giappone ha assunto anche il significato di "pesce".
Tuttavia, dagli anni ’50 il consumo di birra ha superato quello del sake, diventando la bevanda alcolica ancor oggi più popolare in Giappone. È inoltre incrementato l’interesse nel vino, così i sakana sono oggi pensati appositamente per abbinarsi al meglio anche a queste bevande.
Un'altra parola per "spuntino" in giapponese è otsumami, che significa "qualcosa da sgranocchiare/mangiare con una bevanda", Generalmente più semplici rispetto ai sakana (dunque più simili agli otoshi), solitamente possono essere preparati in anticipo, serviti tal quali o serviti freddi. Tra di essi, a partire dagli anni ’70 a Hong Kong, si sono diffusi i calamari sminuzzati essiccati noti in Giappone sotto il nome di surume (che non è surimi): un assaggio fra tanti da non farsi sfuggire in un’occasione di viaggio nella Terra del Sol Levante!
Photo made in AI
Scritto da Alessandro Cardarelli
Dopo la laurea in Lettere Antiche segue la passione per la cucina non smettendo mai di approfondirne l'essenza sia nella pratica che nell'approfondimento degli aspetti storici. Oggi cura varie attività che cura in qualità di chef e libero professionista, supportando diverse tipologie di aziende.
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