Ode all'ape

Pablo Neruda dedica una poesia all'ape esaltandone le qualità di grande lavoratrice vocata alla vita di gruppo e alla produzione di miele

Ode all'ape

Ode all’ape

Moltitudine di api!
Entra ed esce
dal carminio, dall’azzurro,
dal giallo,
dalla più tenera
morbidezza del mondo:

entra in
una corolla
precipitosamente,
per affari,
esce
con un vestito d’oro
e gli stivali
gialli.

Perfetta
dalla cintura,
con l’addome rigato
da sbarre scure,
la testolina
sempre
pensierosa
e le
ali
bagnate:

entra
in tutte le finestre odorose,
apre
le porte della seta,
penetra nei talami
dell’amore più fragrante,

inciampa
in
una
goccia
di rugiada
come in un diamante

e da tutte le case
che visita
estrae
il miele
misterioso,
ricco e pesante
miele, spesso aroma,
liquida luce che cade a goccioloni,
finché al suo
palazzo
collettivo
ritorna
e nelle gotiche merlature
deposita
il prodotto
del fiore e del volo,
il sole nuziale serafico e segreto!

Moltitudine d’api!
Elevazione sacra
dell’unità,
collegio
palpitante!

Ronzano
sonori
numeri
che lavorano
il nettare,
passano
veloci
gocce
d’ambrosia:

è la siesta
dell’estate nelle verdi
solitudini
di Osorno. Sopra
il sole inchioda le sue lance
nella neve,
risplendono i vulcani,

ampia
come
i mari
è la terra,
azzurro è lo spazio,
ma
c’è qualcosa
che rema, è
il bruciante
cuore dell’estate,

il cuore di miele
moltiplicato,
la rumorosa
ape,
il crepitante
favo
di volo e oro!

Api,
lavoratrici pure,
ogivali
operaie,
fine, scintillanti
proletarie,
perfette,
temerarie milizie
che nel combattimento attaccano
con pungiglione suicida,

ronzate,
ronzate sopra
i doni della terra,
famiglia d’oro,
moltitudine del vento,
scuotete l’incendio
dei fiori,
la sete degli stami,
l’acuto
filo
di odore
che raccoglie i giorni,

e propagate
il miele
oltrepassando
i continenti umidi, le isole
più remote del cielo
dell’ovest.

Sì:
la cera innalzi
statue verdi,
il miele
sparga
lingue
infinite,
e l’oceano sia
un alveare,
la terra
torre e tunica
di fiori,

e il mondo
una cascata,
chioma,
crescita
inesauribile
di favi!

Pablo Neruda

Photo made in AI

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

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