Quando il gelato costava un penny 

Durante l’epoca vittoriana, il gelato si serviva nel bicchiere chiamato penny lick, a poco prezzo ma con tanti rischi per la salute

Quando il gelato costava un penny 

 

 

 

 

 

Un servizio di tipici bicchieri d’epoca vittoriana chiamati penny lick, foto tratta da Wikimedia Commons


Il gelato, si sa, è da sempre un piacere irrinunciabile per tutte le età. Questo prodotto ha fatto tanta strada nei secoli evolvendosi in ingredienti e tecniche di produzione, diventando un prodotto di massa a partire dalle grandi invenzioni XIX secolo. Fu proprio verso la metà dell’Ottocento che in tutto il Regno Unito l'industria dolciaria e della gelateria iniziarono a crescere in modo significativo. Ma a quei tempi, l'acquisto di un gelato o di una bevanda fresca restava comunque un lusso che non tutti i ceti sociali potevano permettersi. Fu proprio da questa evidenza che nacque l'idea di dar vita ad una soluzione economica per vendere, puntando su piccole quantità di gelato che potessero essere concesse a basso costo, anzi, per l’esattezza, in cambio di un solo penny. 

Il nuovo bicchiere in cui il gelato veniva servito a chi aveva minori disponibilità economiche, vide così la luce e prese l’evocativo nome di penny lick: in poche parole, qualcosa che suona come “una leccata per un penny”. E se i signori dell’alta borghesia si atteggiavano affondando cucchiai in costose coppe composte con vari gusti, il penny lick divenne invece la bandiera popolare del gelato, da assaporare in piccole dosi come una concessione preziosa. 

Il penny lick ha una tipica forma di cono rovesciato in vetro spesso che poggia su un corto ma robusto stelo, e nasconde al suo interno anche un effetto ottico che fa apparire il bicchiere pieno di gelato fino al fondo, mentre invece si ferma prima per la presenza di un fondo arrotondato all’interno della parte conica. La capacità di gelato che poteva contenere ammontava a solo un’oncia. Ma mentre la sua popolarità cresceva, iniziarono a salire anche le preoccupazioni igieniche associate a questo tipo di servizio, perché i bicchieri spesso non venivano lavati e passavano così dalle leccate di un cliente a quelle di un altro, nonché dalle mani del gelataio, innalzando il rischio di trasmissione di malattie e infezioni.

Nonostante i tentativi di migliorare la situazione (fu ad esempio inventato un pezzo di metallo sagomato a forma di mezzaluna che aiutava a bilanciare il bicchiere non facendolo entrare in contatto diretto con la superficie del bancone o con la mano del venditore), il penny lick cadde in declino, ancor più in seguito alla diffusione di malattie facilmente trasmissibili come la tubercolosi, a tal punto da vedersi diventare vietato nell’uso (sia in Gran Bretagna che in altri paesi del mondo) entro i primi decenni del XX secolo. 

Scomparsi dal mercato, oggi è possibile trovarne esemplari d’antiquariato soprattutto nella loro terra d’origine, e restano un simbolo davvero affascinante di un’usanza popolare di un’epoca passata. 
 

Scritto da Sara Albano

Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di promozione, eventi e consulenza per la ristorazione a 360°, oltre ad essere referente della comunicazione on e offline di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.

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