Tornareccio: la capitale abruzzese del miele

Viaggio gustoso nella tradizione del piccolo comune di Tornareccio (CH) tra arte, natura...e ottimo miele!

Tornareccio: la capitale abruzzese del miele

Tornareccio è un piccolo borgo di 1800 abitanti in provincia di Chieti. Circondato da un ridente paesaggio di colline, gli fa da sfondo il Monte Pallano (1020 m.slm), dove, secondo le leggende locali, il Diavolo in persona in una grotta. custodirebbe un grande tesoro in oro, argento e rame, da dare in cambio a chi vuole donargli l’anima.

 

 

 

 

Il vero tesoro di Tornareccio non è un metallo prezioso, ma il miele. Il Borgo è infatti uno dei massimi centri abruzzesi di lavorazione del miele. In questo paesino di neanche duemila abitanti, ci sono più di 10.000 alveari che producono oltre 250 tonnellate di miele all’anno, pari a circa il 5% del miele prodotto in Italia. Non è un caso che Tornareccio venga considerata una delle capitali italiane del Miele, tanto da essere fra i Borghi fondatori dell’Associazione “Città del Miele“.

 

 

 

 

 

Ad accogliere gli appassionati in visita al borgo, oltre a diverse ed originali qualità di miele anche uno speciale percorso artistico, unico nel suo genere, che celebra le api, la natura e la quotidianità dei gesti e che presenta delle vere e proprie sale tematiche: si va dalla “piazzetta degli artisti”, nel centro storico, dove sono esposti i mosaici firmati da artisti del calibro di Severini, Sassu, Mattioli, Sughi, Cascella e Ortega, alla Via Crucis in via del Carmine, con le quindici stazioni reinterpretate in chiave contemporanea, che conducono al santuario della Madonna del Carmine. I mosaici sono poi espressamente collocati sui muri della case in modo da permettere ad ogni singolo abitante di essere non solo parte integrante di un singolare museo, ma con il suo vissuto, di arricchirlo di giorno in giorno.

A questi mosaici è dedicata l’apposita manifestazione “Un mosaico per Tornareccio“, dove importanti artisti italiani e stranieri realizzano appositamente per Tornareccio dei bozzetti. Questi bozzetti sono esposti per un mese e gli stessi abitanti, supportati da una giuria tecnica stilano attraverso una votazione la graduatoria che sancisce i bozzetti destinati a diventare mosaici. Ogni anno l’opera vincitrice viene trasformata in mosaico a spese del Comune di Tornareccio.

 

 

 

 

 

La tradizione della lavorazione del miele a Tornareccio risale agli ultimi decenni dell’Ottocento, quando alcune famiglie locali, per migliorare il livello di sostentamento della propria famiglia iniziarono a dotarsi di piccoli alveari per produrre miele, inizialmente per l'autoconsumo. Grazie ai numerosi boschi di castagno del vicino Monte Pallano, il miele prodotto fu, fin dall’inizio, di ottima qualità. Ma è grazie al “nomadismo”, ovvero quella originale modalità di produzione che, grazie allo spostamento notturno delle arnie in diverse località, viene permessa la produzione di una grande quantità e varietà di mieli, tanto che i 30 produttori di Tornareccio riescono a produrre circa la metà del miele di tutta la regione Abruzzo.

La produzione del miele comincia nella borsa melaria dell’ape bottinatrice, cioè quella che raccoglie il polline dai fiori, dove il nettare raccolto viene accumulato. Giunta nell’alveare, l’ape rigurgita il nettare, e da questo momento il compito passa alle api operaie che per 30 minuti digeriscono il nettare scindendo gli zuccheri complessi in zuccheri semplici. Terminata questa fase le api operaie lo depongono in strati sottili sulla parete delle celle dell’alveare. Il miele impiega in media 36 giorni per maturare. 

La lavorazione dell’uomo inizia dove finisce quella dell’ape. Nella moderna apicoltura le api accumulano il miele prodotto nei favi contenuti non più negli alveari naturali ma in specifiche strutture chiamate melari. Al momento opportuno l’apicoltore decide di togliere i melari dall’arnia per portarli in laboratorio ed iniziare l’estrazione del miele. Una volta rimosso il tappo cerato delle cellette, i telai vengono posti nello smielatore che, grazie alla forza centrifuga, fa fuoriuscire il miele.

 

 

 

 

 

Successivamente il miele viene versato nei maturatori passando attraverso i filtri che raccolgono i residui di cera, i resti delle api e qualsiasi altro materiale fosse accidentalmente finito nel miele. Alla fine di questo processo di pulitura, il miele prodotto viene lasciato a decantare per liberarsi “naturalmente” dell’eccesso di aria immagazzinato durante la centrifugazione.

Terminata questa naturale fase di riposo, il miele viene inserito nei vasetti senza ricorrere ad alcun procedimento di pastorizzazione in modo da mantenere tutte le sue proprietà nutrizionali e organolettiche che lo rendono un alimento unico per il nostro benessere. Il miele viene usato in tantissime maniere nell’arte culinaria. Oltre agli utilizzi classici come dolcificante o nelle prime colazioni, può essere usato anche come elemento principe di un’ottima portata per un pranzo o una cena originale.

Photos by Lamberto Funghi

Scritto da Lamberto Funghi

Mi occupo di eventi e progetti di valorizzazione del territorio, attraverso iniziative artistiche, enogastronomiche e culturali in spazi non convenzionali. Collaboro con giornali, riviste e radio italiane ed organizzo visite ed incontri dedicati alla valorizzazione del territorio. Dal 2017 ho dato vita alla testata di turismo culturale, enogastronomico ed esperienziale Giroviaggiando (www.giroviaggiandoblog.com). Nell’ambito della stessa, una specifica area, Girogustando, si occupa itinerari enogastronomici. 

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