Un connubio storico che merita di celebrato attraverso nuovi spunti per la tavola
La tradizione giapponese del cibo disposto in un contenitore rappresenta anche un modo alternativo per esprimere affetto
Nella letteratura classica comportamentale, sono diversi i modi che si possono scegliere per esprimere affetto: con una poesia, con un fiore, con la preparazione di un cibo preferito. Dal Giappone ci giunge una nuova opportunità: il bento! Ma di cosa si tratta esattamente? In tempi moderni lo associamo all’immagine combinata di un vassoio con coperchio, dotato di tanti scomparti e in cui il cibo viene disposto con ordine e cura, ma alle sue origini, con i termini bento o obento si intendeva solo il contenitore.
La sua comparsa risale al XVI secolo, inizialmente tra le classi abbienti, che lo trovarono il modo ideale per consumare un pasto all’aperto, principalmente durante l’hanami (antica usanza consistente nell’andare per giardini e parchi ad ammirare lo spettacolo della fioritura dei ciliegi). Una tradizione molto sentita in un periodo dell’anno (quello primaverile) nel corso del quale ancora oggi si organizzano pic-nic in compagnia tra bento e sake.
Con il tempo, da preziosa scatola laccata, il bento è diventato un prodotto realizzato con materiali più pratici, fino ad assumere le forme più disparate. I giapponesi per stile di vita passano gran parte della giornata fuori casa, soprattutto per lavoro, e ne consegue che il pranzo seppur fugace ha iniziato a rappresentare un importante momento di pausa da dedicarsi godendo del cibo preparato con cura. E’ proprio nell’attenzione e la cura che il bento, consente di esprimere tutta la propria creatività ed emotività soprattutto quando preparato in casa.
Per ottenere un risultato armonico, la preparazione del bento richiede di dedicare del tempo alla ricerca dell’equilibrio tra abbinamenti delle materie prime, tra sapori, colori, senza sottovalutare l’importanza della disposizione dei prodotti e dell’aspetto in generale. Per ottenere un effetto visivo “avvolgente e accattivante”, per la preparazione possono essere impiegati anche degli stampini appositi per decorare le pietanze a forma di fiori, animaletti e figure rappresentative.
A supporto di quanti non hanno tempo ma desiderano comunque dedicarsi una “bento-coccola”, ne esistono da asporto acquistabili anche nelle nostre più grandi città preso i bento-ya, negozi dedicati alla loro produzione che consentono di scegliere tra tantissime tipologie, non solo per ingredienti differenti ma anche per varietà di ricette, forma, colore ed influenze di sapori riassunte al loro interno.
Tra le differenti tipologie di bento, le più conosciute sono di certo l’ Oekakiben, nel quale si realizzano ritratti ricalcando immagini di animali, oggetti o persone, e il Kyaraben, dove il cibo viene completato di decorazioni e disposto in modo da rappresentare personaggi di cartoni animati (soprattutto anime giapponesi), di fumetti o videogiochi. Tutte le tipologie di Bento hanno comunque una caratteristica comune: quella di essere un piatto unico completo e bilanciato, composto da tante piccole porzioni facili da afferrare anche con le bacchette.
Quasi immancabile è la presenza del riso nei bento: sushi, maki, onigiri accompagnati a seconda dei gusti, ad esempio con verdure crude o cotte, ma anche riso bianco semplice accompagnato da bocconcini o polpettine di carne o pesce, o ancora riso (sempre del tipo glutinoso, lo stesso utilizzato per il sushi) forgiato in forma di tramezzini o di piccoli panini farciti con le più svariate prelibatezze. Anche la scelta della scatola/vassoio è molto importante. Ve ne sono di tantissimi tipi per forma, colore e rappresentazione, da costosissime ad economiche, ognuno con un suo stile in accordo alle personalità e desideri di chi li prepara o di chi è oggetto dell’attenzione per la sua preparazione.
Ecco perché organizzare ogni piccolo dettaglio per portare in spiaggia, servire in tavola o preparare i bento come take-away per i pranzi settimanali dei membri della famiglia fuori casa è un vero gesto d’amore, che consente di studiare tutti i dettagli più amati dalla persona e di trasferirli in un piatto unico completo, salutare ma soprattutto pieno di affetto.
Scritto da Letizia Brancato
La curiosità rappresenta l’elemento cardine della sua formazione professionale costituendo il valore aggiunto passionale alla competenza applicata anche in ambiti decisamente pragmatici. Si occupa della consulenza integrata alle aziende contribuendo all’ organizzazione della struttura, alla creazione dei gruppi di lavoro, alla motivazione del team ed alla redazione di business plan. L’amore per la lettura, il buon cibo, la cucina ed i viaggi ha negli anni alimentato una incondizionata voglia di conoscere e sperimentare consentendole di bilanciare la determinazione del mondo dei numeri (nel quale si è formata) con la magia della scoperta e del costante apprendimento.

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