Cosa si aspettano le nuove generazioni dal cibo del futuro?
Oblungo come un’oliva e dolce come una ciliegia, il corniolo è un piccolo frutto antico "parente" di giuggiole e corbezzoli: scopriamolo tra gusto, impieghi e leggende
Il corniolo, scientificamente detto Cornus mas, è un albero molto particolare nell’aspetto e ricco di storie e leggende. Appartiene alla famiglia delle Cornacee, che contempla ben 40 specie diverse, tra le quali compaiono anche il giuggiolo e il corbezzolo. Il nome scientifico ha la radice indo-europea “kar” che indica durezza; il corrispondente latino “cornus” (corno) sottolinea la robustezza del suo fusto ed è combinato al “mas” (che sta per maschile, forte) nel nome attribuitogli da Linneo nel 1753.
La pianta del corniolo è originaria dell’Europa sud-orientale e dell’Asia occidentale; oggi è presente in gran parte dell’Europa centro-meridionale e in Italia occupa soprattutto le regioni prealpine e la val Padana. Il corniolo cresce spontaneo nelle radure e ai margini dei boschi di latifoglie, raggiungendo al massimo 7-8 metri di altezza; preferisce i terreni argillosi e una esposizione parzialmente soleggiata spingendosi anche oltre i 1000 metri di altitudine. Questo albero ha anche grande pregio ornamentale grazie al fogliame decorativo, i fiori giallo-dorati che spuntano tra febbraio e marzo direttamente dai rami nudi e la corteccia spesso con tonalità rossastre.
Il corniolo svolge un ruolo importante nella tutela dell’equilibrio del suo ecosistema. I suoi fiori ricoprono l’albero di una veste delicata e richiamano gli insetti pronubi tra febbraio e marzo, un periodo dell’anno in cui le loro risorse alimentari sono scarse mentre, mentre i suoi frutti dolci come ciliegie e lievemente aciduli sono cibo naturale per gli uccelli. Le foglie, verdi in estate, si colorano di rosso e quindi di color granata in autunno, offrendo uno spettacolare foliage che, insieme alla particolare fioritura della pianta, spiega la sua diffusione a scopo ornamentale.
I frutti del corniolo maturano in circa 7 mesi e il loro colore passa dal verde, al giallo, all’arancio, al rosso e infine al rosso scuro. Occorrono da 25 a 30 anni perché la pianta produca i suoi frutti a pieno regime. Gli antichi Persiani e poi i Greci e i Romani adoperavano il duro e resistente legno di corniolo per farne aste per giavellotti, lance e frecce, ma anche forconi, pioli di scale, raggi di ruote, spiedi da macelleria. Nel Medioevo l’albero comparve all’interno dei monasteri nell’Europa continentale. La maggiore diffusione della pianta in Europa si deve agli Inglesi, che nella seconda metà del '500 lo coltivavano sia a scopo ornamentale che per i suoi buoni frutti.
Verso la fine dell'800 il corniolo, apprezzato inizialmente soprattutto in Francia e in Germania, raggiunse i mercati europei che nel corso del tempo hanno riconosciuto le sue proprietà benefiche e i suoi tanti usi. Le leggende e le curiosità sul corniolo sono varie; la leggenda più nota riguarda la crocifissione di Gesù. Si narra infatti che col legno duro del corniolo fu fatta la croce destinata alla morte del Cristo e che, visto il dolore che l’albero aveva provato, fu trasformato in un arbusto contorto che non poteva più essere usato per farne delle croci. La splendida fioritura del corniolo avviene tra l’altro in un periodo vicino alla Pasqua.
Il corniolo in altri tempi pare anche essere stato un albero sacro al dio Apollo, e si narra che i Greci distrussero parte di un bosco di cornioli sul monte Ida per costruire il cavallo di Troia. Il poeta latino Virgilio nell’Eneide raccontò anche il triste destino di Polidoro, figlio di Priamo, ucciso per denaro dal re di Tracia dopo la caduta di Troia. Quando Enea approdò in Tracia, anni dopo la fuga da Troia, pensò di erigere un altare in onore degli dei, e nello strappare dei ramoscelli di corniolo ne vide uscire il sangue di Polidoro che lì era rimasto senza una degna sepoltura, e le frecce che lo avevano trafitto erano diventate rami vivi.
Lo storico greco Plutarco racconta invece la leggenda secondo cui Romolo lanciò dal colle Aventino e verso il colle Palatino una lancia fatta col legno di corniolo per segnare i confini di Roma. Al corniolo è attribuita inoltre la proprietà di proteggere da influssi maligni; in Grecia e in Asia un tempo se ne bruciavano dei rametti davanti alle porte delle case, o ci si spalmava un unguento fatto coi suoi fiori allo scopo di allontanare il male. Per i Serbi di religione ortodossa, il corniolo è tanto importante che invece di dire: “sano come un pesce” dicono nella loro lingua: “sano come un corniolo".
Ma al di là dei simbolismi, il corniolo ha preziose virtù terapeutiche. I Turchi usavano i fiori contro la dissenteria e per prevenire il colera, ma anche per aromatizzare i succhi di frutta. Le corniole (ossia i frutti) sono ricche di vitamine (soprattutto la C); e contengono sali minerali, fibre e antiossidanti che ne fanno un prodotto di largo impiego fitoterapico. In erboristeria le foglie, i frutti e la corteccia di corniolo sono adoperati in tisane e decotti antifebbrili, astringenti e tonificanti. Dalla corteccia si può ottenere anche un colorante naturale di colore giallo per i tessuti. Le corniole mature sono dolci da mangiare sia fresche che cotte.
Esiste anche la confettura di corniole e la gelatina di corniole, anche adoperata in accompagnamento alle carni e ai formaggi. Nel nord dell’Albania le corniole si lasciano fermentare in acqua per 30-40 giorni per ottenere l’aceto di corniolo; qui, nei villaggi del Korab, si ritiene che con l’aggiunta dello zucchero un bicchiere di questo aceto possa prevenire gli stati influenzali di stagione. Con le corniole si può preparare anche uno sciroppo dolce o un liquore da fine pasto per accompagnare i dessert.
Secondo un‘antica tradizione diffusa soprattutto in Istria e in Dalmazia, si preparano anche le corniole in salamoia, che (come si fa con le olive) si ottengono dai frutti acerbi posti in una salamoia al 3% di sale, con aggiunta di alloro o altre erbe aromatiche. Poste in barattoli ermeticamente chiusi da conservare minimo per due settimane prima dell'apertura, le corniole in salamoia si possono consumare quando il colore dei frutti diventa scuro. Il loro consumo è pressoché identico a quello delle olive in salamoia, sia come aperitivo che in quelle ricette che ne richiedono l’uso. Al di là delle leggende e delle credenze, il corniolo meriterebbe comunque un posto in giardino perché in tutte le stagioni sia l’occhio che la gola avranno a suo tempo diverse parti di cui gioire!
Photo via Canva
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