Perché occorre abbandonare lo scetticismo e scoprire ancora un nuovo ingrediente per la nostra cucina
Come piccole lanterne cinesi, le bacche di alchechengi sono perfette per dolci e guarnizioni golose, e il loro gusto è davvero speciale
La sua bacca assomiglia ad un piccolo pomodorino aranciato, ed appartiene anch’essa alla famiglia delle Solanacee. È originario dei territori asiatici e ne esistono principalmente due varietà commestibili (Physalis alkekengi e Physalis peruviana).
L’alchechengi è un cespuglio perenne appartenente alla famiglia delle solanaceae, originario dell’Asia, la sua facilità di crescita lo rende apprezzato come pianta ornamentale, e noto soprattutto per i suoi fiori colorati a forma di lanterna e per le sue piccole bacche (dal diametro di circa 15/17 mm), ottime candite, ricoperte da cioccolato fondente o trasformate in squisite confetture.
Si tratta di un frutto autunnale che troviamo abbondante nelle preparazioni dolciarie natalizie, come plus dal sapore esotico e dal gusto acidulo che ricorda quello dei lamponi e degli agrumi. I fiori dell’alchechengi, infatti, si raccolgono da settembre fino all’autunno inoltrato, quando le lanterne arancioni si seccano lasciando intravedere la bacca all’interno. Il calice dell’alchechengio è un vero prodigio della natura: al termine della fioritura, i sepali dalla particolare consistenza che ricorda la carta di riso, si chiudono attorno alla bacca come in un abbraccio e man mano che il frutto matura la lanterna degrada fino a divenire un elegante e sottile reticolo di nervature che lascia intravedere il frutto colorato e dorato all’interno, pronto per essere gustato.
E’ proprio questa piccola bacca a custodire il segreto del frutto tanto apprezzato dai pasticceri; il suo aspetto ne favorisce indiscutibilmente l’uso decorativo, cui si aggiunge il piacevole sapore acidulo che rilascia al palato quando viene morsa. Consumato fresco, l’alchechengi è perfetto nei dolci, ricoperto di cioccolato preferibilmente fondente, La polpa succosa pronta a rivelare profumi esotici ineguagliabili si rende ottima da valutare anche come vero e proprio ingrediente nelle vostre ricette: tagliati a metà e conditi con solo poco zucchero di canna, gli alkekengi potranno essere brevemente scottati in padella e rientrare in farciture e accompagnamenti eleganti ad esempio per le carni di agnello o di anatra.
Se possedete una buona quantità di alkekengi, potrete anche utilizzarli per preparare una confettura o ancora un chutney agrodolce ed eventualmente speziato per accompagnare stufati di carne e piatti di riso in perfetto stile fusion asiatico. E ancora, per i più pazienti in cucina, gli alchechengi si riveleranno perfetti anche da candire lasciandoli cuocere a fuoco lento e poi riposare nello sciroppo di zucchero.
Ovviamente il frutto può essere consumato fresco, al naturale, avendo cura di liberare la bacca dai petali della lanterna e di lavarla accuratamente per eliminare eventuali residui di una sostanza resinosa che generalmente si deposita nella parte alta del frutto stesso. Le bacche sono mediamente succose, e rappresentano l’unica parte edibile della pianta di alchechengi; le foglie non devono essere utilizzate a scopo alimentare ma solo ed esclusivamente ornamentale.
Le bacche arancioni sono interessanti anche dal punto di vista nutrizionale: 100 grammi di prodotto apportano 53 kcal derivanti essenzialmente da carboidrati (77%), proteine e grassi; presentano un alto il contenuto di vitamina C (100 gr di prodotto contengono 11 mg di vitamina, il doppio rispetto a quella contenuta nei limoni) che le rende un ottimo antiossidante, buona la quantità di calcio e ferro, di carotenoidi (che gli conferiscono il tipico colore arancio-dorato) e di flavonoidi. Le proprietà antimicrobiche, antibatteriche e antinfiammatorie sono dovute anche alla presenza di physalina e etilcaffeato.
L’alchechengi è un frutto particolarmente apprezzato dalla medicina tradizionale cinese che gli conferisce proprietà diuretiche e depurative soprattutto per l’eliminazione degli acidi urici e la prevenzione della gotta. Rimanendo in cucina, trovare l’alchechengi è abbastanza semplice soprattutto a ridosso delle festività, i supermercati più forniti ne saranno certamente provvisti nei reparti ortofrutta; negli altri periodi è possibile trovarli nei negozi specializzati etnici o di frutta esotica. E’ possibile anche reperirli essiccati.
Photo via Pexels
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

0 Commenti