Il miele come farmaco

Un vero tesoro naturale per il proprio benessere

Il miele come farmaco

Chissà quante volte in casi di tosse, raffreddore o mal di gola, ci siamo sentiti dire “perché non prendi un po’ di miele?”, e magari nutrendo un certo scetticismo e solo per mettere fine alle proposte, in effetti ne abbiamo preso qualche cucchiaino sentendoci poi meglio con nostra grande sorpresa?

Il miele è un prodotto naturale che la natura ci mette a disposizione come frutto del lavoro delle api, ma non rappresenta solo un patrimonio di prodotti dalle differenti sfumature di gusto da adoperare a scopi gastronomici: è in realtà anche un farmaco naturale molto valido, come provato da tanti studi, nei confronti di diverse affezioni - senza dubbio tra le meno gravi, ma non per questo meno fastidiose.

La legge definisce il miele come “il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare" (direttiva CEE 22 luglio 1974). Si potrebbe concludere la definizione con l’aggiunta: “e fornendo principi nutritivi e curativi di tipo naturale”.

L’azione del miele come farmaco si manifesta già al principio nella cavità orale, nella laringe e nell’esofago. Un cucchiaio di miele preso 2-3 volte al giorno e fatto lentamente sciogliere in bocca, basterà per curare diverse affezioni della bocca e della gola. In generale inoltre si può affermare che il miele cela in sé un’azione disintossicante, lassativa e diuretica.

Questa meraviglia della natura svolge sempre un’azione di pronto soccorso in attesa di un intervento medico per le tonsilliti croniche o acute, in quanto il miele (meglio se cristallizzato) svolge sulle tonsille infiammate un’azione battericida, antipiogenica (evita la formazione di pus) e antinfiammatoria. E’ noto che in tempo di guerra, con la costante assenza o carenza di medicine, molti medici al fronte curavano la difterite con spennellature di miele sulle tonsille e sulle mucose della bocca.

La virtù più nota del miele è quella di essere anche un ottimo ricostituente, in quanto composto principalmente da zuccheri monosaccaridi esosi (ovvero composti da sei atomi di carbonio, ndr) per i quali non è necessaria alcuna attività digestiva, per cui la loro assimilazione è molto veloce consentendo il loro passaggio nel sangue e da qui alle cellule dei vari organi, con un effetto energizzante immediato.

Per questo motivo l’assunzione di miele viene consigliata agli atleti, alle persone stressate o a coloro che comunque dovranno sottoporsi a sforzi fisici notevoli e prolungati: in proposito si pensi che durante la scalata per la conquista dell’Everest, Sir Hillary (membro della spedizione e allevatore di api) partì con 2 kg di miele nello zaino!

Perché il miele…non è “soltanto zucchero”! Molti potrebbero obiettare sul fatto che basterebbe usare del glucosio, ma è bene sapere che il glucosio del miele non è un glucosio “normale”, in quanto è naturalmente arricchito di ormoni, vitamine, fitormoni, acidi organici che gli conferiscono un potenziale energetico impareggiabile, come ampiamente dimostrato in campo medico, mentre il glucosio classico è semplicemente energetico, ma non ricostituente.

L’efficacia del miele è stata dimostrata anche in relazione alle cardiopatie: il miele fa bene al cuore grazie al cosiddetto “fattore glicutilico” (oggi si sa che trattasi di acetilcolina, assente nelle normali miscele di fruttosio, glucosio e zucchero invertito) che funge da neurotrasmettitore utilissimo per le aritmie cardiache e le conseguenze delle aritmie. Ovviamente i 3-4 cucchiaini al giorno di miele vanno aggiunti alla terapia medica e non la sostituiscono.

Il miele passando velocemente nel sangue agisce anche sul sistema immunitario e molti medici americani hanno curato con questo prodotto le riniti allergiche e i raffreddori da fieno, purché il miele provenga da zone vicine all’abitazione del malato, come se fosse un principio omeopatico (la sostanza che determina la malattia è la stessa che può sconfiggerla). Nello stomaco il miele funge anche da regolatore dell’acidità, oltre a migliorare tutta l’attività digestiva in casi di stitichezza, dispepsie e meteorismo.

Il miele è utile persino per la salute del fegato, il “motore chimico” del corpo umano: quest’organo in particolare risente delle intossicazioni, ed è ormai appurato che il miele con il suo potere disintossicante lo possa salvare.

Oltre ad essere la forma più naturale di glucosio che esista, il miele con tutte le sue componenti riesce a mitigare l’azione negativa degli agenti tossici, sempre accompagnandosi però alla terapia medica, specialmente in casi di avvelenamento da funghi; in ogni caso di intossicazione, anche grave, l’uso del miele non nuoce mai, e se non basta per guarire, certamente aiuterà molto nella ripresa generale del paziente.

Si è visto che il miele è utile anche per evitare i problemi digestivi nei pazienti narcotizzati, perché in seguito alla narcosi è il fegato ancora una volta ad essere colpito e restare intossicato. In tutti i casi in cui lo stomaco rifiuta ogni alimento, è frequente che solo il miele viene comunque accettato da questo organo, con estremo vantaggio dei pazienti: spesso si usano clisteri a base di miele quando lo stomaco e l’intestino tenue “scioperano”, visto che l’intestino crasso resta ricettivo.

Il miele si è rivelato utile coadiuvante anche nella cura del colera, del tifo e del paratifo, nonché della salmonellosi, sempre grazie alla particolare combinazione del glucosio con i principi propri dei fiori e delle api stesse. Considerato che il miele non è uno zucchero, come lo zucchero di canna, e agisce beneficamente non solo sul fegato ma anche sulla vescica e sul pancreas, lo si può consigliare (con cautela) anche ai diabetici, previa autorizzazione del medico.

Infine, non è da sottovalutare che nell’antichità e nel Medioevo si preparavano impacchi a base di miele per medicare le ferite, rimedio che si dimostra anche oggi validissimo in sostituzione dei cerotti, delle polveri battericide e degli spray cicatrizzanti. Per le abrasioni e le ferite lacero-contuse è consigliabile applicare miele puro senza fasciature.

Si formerà uno strato simile alla lacca che proteggerà perfettamente la ferita. Identiche sono le indicazioni per scottature, suppurazioni, ascessi e foruncolosi. In molti paesi dell’Est Europa sono stati preparati e usati con successo cerotti a base di miele e propoli per la cura delle ustioni.

 

Note bibliografiche e sitografiche

 

Scritto da Luciano Albano

Laureatosi nel 1978 con lode in Scienze Agrarie, presso l'Università di Bari, si è specializzato nel 1980 in "Irrigazione e Drenaggio dei terreni agricoli" presso il C.I.H.E.A.M. (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici del Mediterraneo) di Valenzano (Bari), ha conseguito nello stesso anno anche l'abilitazione alla professione di Agronomo. Fino al 1/3/2018 ha lavorato alla Regione Puglia nell'Ufficio Territoriale di Taranto, quale Responsabile della P.O. "Strutture Agricole". Appassionato di olio e vino ha conseguito il Diploma di Sommelier AIS nel 2005 e ottenuto nel 2008 l'Attestato di Partecipazione alle Sedute di Assaggio ai fini dell'iscrizione nell'Elenco Nazionale di Tecnici ed Esperti degli oli di oliva extravergini e vergini. Fino al 2018 è stato iscritto all'Albo Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali e come CTU presso il Tribunale di Taranto. Ama il food & beverage e ne approfondisce i vari aspetti tecnici, alimentari e storici

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