La ciliegia giamaicana

Un pò ciliegia, un pò fragola, un pò zucchero filato: è il sapore della Muntigia calabura, ciliegia di Giamaica, pianta dai mille usi e proprietà

La ciliegia giamaicana

La Muntingia calabura o, più semplicemente, la ciliegia della Giamaica è un albero tropicale sempreverde (chiamato anche strawberry tree) appartenente alla famiglia delle Muntingiaceae, che può raggiungere anche i dodici metri di altezza, originario del Messico, dei Caraibi e un pò di tutto il sud America. Produce delle bacche commestibili che a maturazione completa presentano una buccia liscia, lucida, sottile e tenera dal colore rosso vivace e dal diametro di circa 1,5/3 cm, molto simili alle ciliegie nostrane (anche lo stello sottile e leggermente ricurvo ricorda quello delle ciliegie).

I frutti, tondeggianti, hanno una polpa chiara, traslucida, morbida, succosa e dal sapore particolarmente dolce, dal sentore di zucchero filato e, per questo, particolarmente graditi dai bambini (sono chiamati anche bacche di zucchero filato). Sono caratterizzati da numerosi semi piccolissimi di colore giallastro troppo piccoli per essere notati mangiandoli. Le ciliegie giamaicane possono essere consumate fresche come frutta, come spuntino durante la giornata (anche aggiunte al ), aggiunte ad insalate verdi per dare una nota dolce e croccante o lavorate e trasformate in confetture, conserve e salse per preparare dolci, farcire torte, crostate e gelati.

Le foglie sono utilizzate tradizionalmente per preparare un infuso simile al tè. I fiori sono molto particolari e con i cinque sepali verdi e i cinque petali bianchi con molti stami gialli prominenti assomigliano alla fioritura della fragola, con la differenza che i fiori della muntingia durano un solo giorno: sbocciati al mattino, perdono i petali già nel pomeriggio. La medicina tradizionale utilizza anche tutte le parti della pianta che, secondo la cultura popolare locale, possiedono proprietà curative (foglie contro il mal di testa e per ridurre le ulcere gastriche; la corteccia come antisettico; i fiori per ridurre gonfiore e spasmi).

La pianta, inoltre, fornisce legna da ardere di ottima qualità, mentre dalla corteccia si ricava una fibra per cordami, cosa che, unita ad una crescita particolarmente veloce, la rende interessante e per questo introdotta ampiamente in molte altre aree tropicali (sud-est asiatico, Tailandia, Vietnam, India, Filippine, Indonesia, centro America, Cuba, Costa Rica). Nelle regioni tropicali, inoltre, i frutti sono praticamente disponibili per l’intero arco dell’anno permettendone un consumo fresco diffuso, utile in termini nutrizionali perché costituisce una ottima fonte di vitamina C, minerali (calcio, ferro, fosforo) e fibre.

Al contrario, fuori dai territori autoctoni e in genere tropicali, le ciliegie giamaicane non sono coltivate a scopo commerciale benchè la pianta sia resistente, non necessiti di terreni particolari e sia anche molto fruttifera; si consideri inoltre che le bacche sono facilmente e rapidamente deperibili anche se conservate in frigorifero e per questo non adatte a lunghi viaggi per il trasporto.

Questi alberi, non coltivati su larga scala a fini commerciali, sono tuttavia molto presenti con semplice scopo ornamentale lungo le strade in città, nei parcheggi, lungo le coste e nei parchi pubblici, perché, con la loro chioma larga e abbondante forniscono ombra e i frutti abbondanti e rigogliosi sono liberamente alla portata di quanti vogliono raccoglierli e mangiarli. infine, le ciliegie giamaicane pare siano particolarmente gradite a varie specie animali, soprattutto uccelli e pesci, che se ne cibano abbondantemente.

Gli uccelli contribuiscono alla diffusione dei semi e quindi delle piante stesse, mentre gli esemplari presenti lungo le coste (soprattutto del Brasile) favoriscono la pesca attirando con i frutti e i semi che cadono in mare una abbondanza di pesci ovviamente gradita ai popoli locali di pescatori. Piccoli frutti dalle grandi risorse, perlopiù sconosciute alle nostre latitudini, ma interessanti sotto molti punti di vista.

Photo via Wikimedia Commons

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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