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Esistono connessioni neuronali che la favorirebbero nel sesso femminile: colpa di ormoni, ambiente e abitudini alimentari
Le donne correrebbero un rischio maggiore di incorrere nell’obesità rispetto agli uomini: lo rivela una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Aging, condotta dall’IRCCS Policlinico San Donato dell’Università Vita Salute – San Raffaele; dall’Istituto di Ricerca e Cura San Raffaele e dall’Università degli Studi di Milano.
Più di duecento le persone esaminate, scelte anche in base alla loro avanzata età. Oggetto delle misurazioni i livelli di massa corporea, messi in correlazione con il metabolismo cerebrale della corteccia orbito-frontale e con la connettività neuronale.
Uscendo dal linguaggio tecnico, le donne sarebbero sfavorite rispetto agli uomini, circa la possibilità di diventare obese o di essere in sovrappeso, in età avanzata e non solo.
Ci sono aree del cervello femminile attive nel controllo delle funzioni complesse e della motivazione (un esempio è il comportamento orientato al raggiungimento degli obiettivi); nei meccanismi neuronali che interessano altre aree non accade la stessa cosa. Sono le regioni del cervello coinvolte in quel processo che viene definito “fame edonica”. Ovvero il meccanismo per cui a decidere quali debbano essere i nostri pasti non sono i fattori biologici, ma il piacere. Quando la motivazione alimentare è gestita dal piacere, ecco che si è già in una condizione di fame edonica.
L’obesità colpisce uomini e donne in maniera differente, per svariate ragioni. È un problema che pesa nell’universo femminile più che in quello maschile, a livello di percentuali: il 38,3% per le donne, mentre per gli uomini i risultati segnano una diminuzione di quattro punti dei valori percentuali. Non ci sono differenze d’età o di appartenenza etnica: il fenomeno obesità riguarda, in maniera trasversale, una larga fetta della popolazione mondiale. L’origine della disparità tra uomo e donna, relativamente alla patologia in questione, va rintracciata non solo negli ormoni, ma anche in fattori ambientali e dietetici.
La ricerca fornisce un indirizzo a medici e politici che si occupano di sanità: sarà importante differenziare gli interventi e le terapie in base al sesso della persona obesa.
Nel frattempo, però, lo studio dovrà essere approfondito e i risultati verificati, attraverso un campione di persone di giovane età.
Fonte: Salute Domani
Scritto da Redazione ProDiGus
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