La sua “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”: opera nazionale o regionale?
Durante la Prima Guerra Mondiale, la storia è stata scritta anche dai cibi in scatole di latta, che venivano colorate e decorate solo per i civili
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Immagini liberamente tratte dall’opuscolo divulgativo “La Grande Guerra in cucina. Reperti e memorie delle cucine militari 1915-1918) – Le razioni conservate”, 2008
Ricerche e testi a cura di Patrizia Dal Zotto
Progetto di Confcommercio – Mandamento di Vittorio Veneto
Le scatolette riprodotte nell’opuscolo fanno parte della Collezione Rovini di Treschè Conca (Vicenza)
Spesso si trascura di sottolineare quanto, loro malgrado, anche le grandi guerre del XX secolo, con una grande mole di soldati da sfamare, abbiano rappresentato una spinta fondamentale allo sviluppo di diversi tipi di industrie, non di meno per l’appunto quelle alimentari. All’interno di un interessantissimo opuscolo realizzato da Confcommercio (Mandamento di Vittorio Veneto) in occasione del novantesimo anniversario dalla fine del primo conflitto mondiale (2008), se ne ritrova una testimonianza attraverso la riproduzione fotografica di una collezione di confezioni in latta di cibo in scatola, che naturalmente in quel periodo storico andava per la maggiore tanto fra le truppe quanto nelle case, rappresentando anche un’utile scorta d’emergenza.
All’interno del suddetto opuscolo dal quale abbiamo tratto le immagini delle antiche scatolette di cibo in latta che potrete ingrandire e consultare con un click, abbiamo scoperto che ai soldati veniva riservato l’invio, all’interno di grandi casse da spartirsi, di scatolette di cibo “essenziali”, anonime e prive di decorazioni, al massimo punzonate con brevissime informazioni relative a data di scadenza e contenuto. Quando invece l’industria destinava le scatolette di tonno, alici, vitello, mortadella, gelatine di frutta e tanto altro ancora al consumo domestico per i civili, già un secolo fa l’aspetto visivo accattivante prendeva il sopravvento ai fini della vendita: comparivano così sugli scaffali delle botteghe confezioni in latta che erano vere opere d’arte, coloratissime, e che nel periodo della Prima Guerra Mondiale portavano anche tipiche raffigurazioni dallo spirito patriottico. Ai soldati queste bellezze tuttavia giungevano comunque, grazie ai pacchi con tutte le prime necessità che le famiglie spedivano loro con immenso affetto e nella mai spenta speranza di vederli tornare sani e salvi a casa.
Scritto da Sara Albano
Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di marketing e comunicazione e consulenza per il food service a 360°, oltre ad essere il braccio destro di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.
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