Il frigo senza elettricità

Grazie alle proprietà naturali dell’argilla, il nuovo frigorifero ideato da due studenti malesi non possiede la presa per la corrente

Il frigo senza elettricità

Avete mai provato a stare solo qualche ora senza corrente elettrica? Tutto si ferma, si blocca e la vita sembra paralizzarsi all’improvviso. Provate a pensare ai vostri nonni, ai bisnonni o andando ancora più indietro nel tempo a come era la vita prima dell’energia elettrica. Vi sembra quasi impossibile immaginare una vita senza. 

Pensate alla vostra cucina, improvvisamente senza il frigorifero o, almeno, senza il frigorifero così come lo conosciamo oggi. Si parla tanto di eco-sostenibilità in tutti i campi, da quello produttivo a quello delle risorse fino ai piccoli gesti della quotidianità. Oggi, volendo, è possibile scegliere il frigorifero sostenibile che funziona senza energia elettrica.

Non si tratta di una scelta bizzarra fatta da individui alternativi, è il progetto di due studenti malesi che hanno ideato un frigorifero in argilla che mantiene i cibi freschi senza l’uso della corrente elettrica.

Bene, ma perché mai dovremmo “tornare indietro” quando la tecnologia va avanti e ci permette ogni genere di comfort? Semplice, perché il 16% della popolazione mondiale, circa 1,2 miliardi di persone, non ha accesso all’energia elettrica.

Kuan Weiking e Theodore Garvindeo Seah, studenti dell’Asia Pacific Institute of Information Technology, hanno messo a punto Kuno, il frigorifero di argilla che funziona senza corrente e che fa anche da vaso per le piante. L’idea deriva proprio dal passato e dall’osservazione dei modi in cui il cibo veniva conservato.

Il progetto futuribile dei ragazzi asiatici, vincitore peraltro del premio James Dyson Award per la Malesia, si ispira alle brocche di argilla utilizzate in passato per conservare naturalmente fresca l’acqua. Kuno è infatti un vero e proprio vaso di argilla, con una parete doppia nella cui intercapedine viene versata sabbia e successivamente acqua; grazie alla porosità dell’argilla, l’acqua attira il calore dall’interno del vaso ed evapora rendendo così fresco l’interno. La parte alta del vaso può accogliere una pianta la cui acqua di innaffiamento, percolando nelle pareti, contribuisce al fenomeno di evaporazione. Insomma, un oggetto bello, utile e a vero impatto zero sull’ecosistema in grado di migliorare la qualità della vita nelle zone aride e secche e soprattutto in quelle prive di corrente elettrica

Il Kuno non è il solo progetto eco-sostenibile che si pone il duplice obiettivo del risparmio energetico e delle fonti alternative. Anche la scienza e la tecnologia possono essere declinata ai principi funzionali della natura come sostiene Mansukh Prajapati, un artigiano indiano che lavora con l’argilla e che ha ideato Mitticool, un frigorifero cosiddetto “evaporativo”. Costruito in argilla, funziona ovviamente senza alimentazione elettrica e consente di mantenere freschi i cibi, conservandone il sapore e senza il minimo intervento di manutenzione.

Mitticool (che nel 2005 ha vinto un Premio nazionale per lo Sviluppo Rurale) utilizza il principio dell’evaporazione. Si tratta infatti di un contenitore a doppia camera in cui l’acqua presente all’interno della camera superiore, gocciolando lungo i lati, evapora utilizzando il calore sprigionato dall’interno e raffreddando così la camera inferiore, nella quale vengono conservati gli alimenti (frutta, verdura e latte possono conservarsi inalterati per 2-3 giorni). Le proprietà termoregolatrici dell’argilla consentono inoltre, grazie ad un rubinetto posto sulla parte frontale, di fornire acqua resa potabile grazie ad un processo di osmosi inversa. Il mitticool è ora venduto non solo in India ma anche in Kenya e in Arabia Saudita, con un costo di circa 50 euro.

Anche la giovane ingegnere marocchina Raowia Lamhar ha risolto il problema di come conservare i cibi dove non c’è elettricità e fa molto caldo, unendo scienza e tradizione. Niente elettronica né informatica, Raowia propone la soluzione alternativa per i Paesi poveri come il suo, nei quali manca l’accesso all’energia elettrica. Non poter conservare correttamente gli alimenti, oltre all’aumento dei rischi per la salute, crea povertà proprio in quei Paesi in cui il clima caldo e le stagioni torride non consentono un adeguato sviluppo. Ecco perché la proposta di Raowia è rivolta soprattutto alle popolazioni rurali per le quali è impossibile conservare carne, frutta, verdura, latte e derivati oltre ai farmaci (elemento da non sottovalutare).

Il progetto di Raowia si ispira alla Khabia, il vaso di argilla della tradizione marocchina che raffredda l'acqua potabile. Questo frigorifero naturale, chiamato “Fresh’It”, è stato realizzato in collaborazione con un vasaio locale, il suo design richiama dichiaratamente quello ancestrale della cultura marocchina e delle zone sahariane. L’uso di questo frigorifero di argilla evaporativa permette alle famiglie un risparmio del 20% sull’acquisto del cibo proprio perché il cibo acquistato si mantiene più a lungo. Questo progetto è offerto dalla stessa ideatrice a tutte le comunità a basso reddito o che non hanno accesso all’elettricità ed oggi la start up produce 50 frigoriferi al mese. 

India, Marocco, Malesia, solo per citare alcuni esempi, ci stanno indicando la strada per un futuro sempre più green ed eco-sostenibile che, come spesso accade, guarda al futuro senza dimenticare le origini e la tradizione (quella della conservazione dei cibi risale a tempi molto, molto lontani). 

Così, andando oltre lo stupore per questi progetti, è necessario ricordare che da alcuni anni per rispondere agli enormi consumi delle società più sviluppate industrialmente e alla crescente domanda di soluzioni di efficienza energetica, le aziende progettano e producono elettrodomesticidevice elettronici sempre meno “energivori”. La vera rivoluzione però di queste idee è rivolta alla popolazione mondiale che ha il problema opposto, cioè la mancanza di accesso all’energia elettrica, per cui necessita di oggetti quotidiani che ne facciano a meno o ne consumino veramente pochissima. 

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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