I pescatori di merluzzi

Lo scrittore e poeta scozzese George Mackay Brown dedicò una profonda poesia al duro mestiere dei pescatori di merluzzi

I pescatori di merluzzi

I pescatori di merluzzi

Mezzanotte. Il vento spinge a nord-est.
Una luna bassa, opaca.
Inquieti accanto a mogli quiete riposiamo.

Uno spruzzo di pioggia e un gabbiano
fuori all’aperto.
Il fuoco acceso. Un sorso veloce di birra.

Spingiamo la Merle su un mare di gelida fiamma.
I remi colano miele.
Un amo dopo l’altro si srotola sotto The Kame.

La nostra lenza rompe il percorso di improvvise migliaia.
Dodici mascelle catturate,
fauci grigie, si spalancano nelle nostre mani.

Dodici bocche fredde gridano senza suono.
Il mare è di nuovo vuoto.
Come nomadi i più vivaci cambiano continuamente zona.

Scandagliamo il vuoto per tutto il pomeriggio;
stacchiamo; e gustiamo
il cibo genuino della terra, manzo e focaccia d’orzo.

Il tramonto ficca una lama da macellaio
nella gola del giorno.
Ritorniamo su una marea bassa e densa come sangue.

Più stelle che pesci. Donne, gatti, un gabbiano
piagnucolano allo scoglio.
La valle si divide il magro miracolo.

George Mackay Brown

 

Testo originale in lingua inglese

Haddock Fishermen

Midnight. The wind yawing nor-east.
A low blunt moon.
Unquiet beside quiet wives we rest.

A spit of rain and a gull
In the open door.
The lit fire. A quick mouthful of ale.

We push the Merle at a sea of cold flame.
The oars drip honey.
Hook by hook uncoils under The Kame.

Our line breaks the trek of sudden thousands.
Twelve nobbled jaws,
Gray cowls, gape in our hands,

Twelve cold mouths scream without sound.
The sea is empty again.
Like tinkers the bright ones endlessly shift their ground.

We probe emptiness all the afternoon;
Unyoke; and taste
The true earth-food, beef and barley scone.

Sunset drives a butcher blade
In the day’s throat.
We turn through an ebb salt and sticky as blood.

More stars than fish. Women, cats, a gull
Mewl at the rock.
The valley divides the meagre miracle.

 

cura e traduzione di Giorgia Sensi, tratta da Incidere le rune (Interno Poesia Editore, 2023)

Photo via Canva

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 al 2023 ha insegnato Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali ed ha collaborato con la nomina di Vice Direttore per la regione Puglia alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani. Le piace correlare la scienza al cibo, nonché indagare su storie e leggende, e con Prodigus inizia il suo percorso di redazione di contenuti golosi per gli utenti del web.

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