Una pasta al forno con formaggio Montasio, funghi e piselli, racchiusa in una bardatura gustosa al prosciutto crudo
Il poeta Sangiuliano racconta in versi come “di poca roba si rifocilla normalmente il poeta…”
Il convivio fenice
Importante e difficile non è il piatto
ma il commensale, onde si riconosce
fondato il vino e l’ansia, d’ogni pasta
tamponante rovine.Sicuramente fuori d’ogni incertezza
e punizione mi verrebbe incontro
il mattone esoterico, e non ti dico
saldo tetto in campagna.La pergola del caso ha un suo tremare
d’ombre bucate e ammette che di lontano
il vento compia ogni ricetta in vista
degli agguati del cuore.Paperaschi, cacciàtici, ogni altro aspetto
virgiliano – e anche prima – ti si conforma
dando fuoco in mentuccia a qualunque cosa
consumabile a muro.Come nessuno il pollo ti rimisura,
col passo e col boccone rimandando
a uno status in grado di collegare
gli accidenti del luogo.Lo star seduto è affare da contadino,
pastore di qualcosa che s’intenda
intero in erbe e caci, a parte il resto
che è banale al paese.M’avete rotto i cieli, asfaltato i sassi,
tolto ogni terra alle radici, e tiro
la cinghia per un lotto: almeno in questo
mi ritornino i fiori.Di poca roba insomma si rifocilla
normalmente il Poeta: anche quello in Cristo
a pane e vino ha fatto quadrare il conto
delle cose in salita.
Sangiuliano
(brano tratto da L’Apollo Buongustaio, almanacco gastronomico per l’anno 1989, Roma)
Scritto da Redazione ProDiGus
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