Vatel

Un film che ruota intorno alla figura realmente esistita di uno chef al servizio del regno di Francia nel XVII secolo

Vatel

"Ci sono uomini troppo nobili per vivere con gli aristocratici": con questo pay-off è stato lanciato vent'anni fa il film "Vatel", che racconta la storia vera di un cuoco e pasticcere passato alla storia. François Vatel visse nel Seicento, epoca in cui le sue capacità culinarie lo portarono ben presto a lavorare per l'élite francese del tempo. E la sua improvvisa scomparsa fu densa di significato, ma soprattutto ne dimostrò l'immenso perfezionismo e la dedizione al lavoro.

 

Chi era François Vatel? In realtà si tratta dello pseudonimo di Fritz Karl Watel (Parigi, 1631 – Chantilly, 1671), cuoco e pasticcere francese che iniziò nella sua prima adolescenza le proprie esperienze da apprendista nelle migliori pasticcerie e gastronomie parigine, per poi attirare l’attenzione, grazie alle sue indiscusse capacità, di diverse personalità del tempo. 

A partire dal sovrintendente alle finanze del regno di Francia Nicolas Fouquet, che nel 1653 (ovvero quando il cuoco era appena ventiduenne e Luigi XIV ancora minorenne) prese a servizio Vatel affinché egli si specializzasse non solo nella cucina in sé, ma anche nell’organizzazione dei sontuosi banchetti del tempo. La regale opulenza nella quale Vatel si trovò magicamente immerso, gli consentì di servire le sue migliori portate in piatti d’oro massiccio, che aumentavano ancor più lo splendore della tavola e lo stupore dei commensali. 

Una ricchezza ostentata a tal punto che lo stesso Luigi XVI, una volta raggiunta la maggiore età, non esitò ad oscurare, dando ordine di arrestare Fouquet nel 1661 con l’accusa di corruzione e la punizione con il carcere a vita: l’intento in realtà era quello di liberarsi di qualsivoglia concorrente, sia in fatto di potere che di prosperità.

Questo episodio fece sì che anche Vatel nutrì il timore di venire arrestato insieme al suo “datore di lavoro”, prendendo la decisione di fuggire verso il Regno Unito insieme ad altri domestici al servizio di Fouquet. Il ritorno in Francia tuttavia non si fece attendere a lungo, dal momento che il re lo rassicurò non solo sulla sua incolumità, ma anche in merito ad una vera e propria stima verso il cuoco e pasticcere passato alla storia anche come inventore della crema Chantilly.

Questa preparazione pare infatti prenda il nome proprio dal castello di Chantilly, il cui intendente generale fu il principe Luigi II di Borbone-Condè, che a questa corte assunse Vatel al suo rientro in Francia. Qui non solo in breve tempo Vatel fu nominato controllore generale dei pasti, ma divenne anche celebre in tutta la Francia grazie alla grande abilità nel creare pietanze spettacolari che rendevano ogni banchetto sontuoso organizzato dal principe assolutamente unico e indimenticabile per tutti i presenti.

Proprio come la sera del 23 aprile del 1671, in cui gli ospiti del principe, rientrando da una battuta di caccia al castello di Chantilly, presero parte ad ancora un nuovo maestoso banchetto, con tanto di fuochi d’artificio. Ma mentre ridevano e bevevano indisturbati, qualcosa di terribile accadeva nelle cucine, dove Vatel non solo ricevette in ritardo il suo ordine di pesce freschissimo da servire nel corso della festa, ma si rese conto che la quantità non era sufficiente a sfamare tutti gli invitati.

Tali furono il disonore e la vergogna per essersi ritrovato in questa situazione, che Vatel salì nella sua stanza e scelse la strada del suicidio, a soli 40 anni. Il suo corpo venne portato via e sepolto quella stessa notte senza far scalpore, per non disturbare il principe e gli invitati alla sua festa. 

Noto a tutti coloro che lo conobbero al suo tempo come persona estremamente dedita al lavoro e dal perfezionismo quasi maniacale, Vatel fu un cuoco che indossava la divisa con onore assimilabile a quello di un generale dell’esercito. Non a caso, il regista Roland Joffé gli ha dedicato un’omonima pellicola che ne racconta la storia, affidando il ruolo del protagonista ad un’indimenticabile Gérard Depardieu, quello del marchese De Lauzun a Tim Roth e quello di Anne De Montausier - amore impossibile di Vatel - ad Uma Thurman.

Il film è stato lanciato con il pay-off “Ci sono uomini troppo nobili per vivere con gli aristocratici”, e la sua anteprima mondiale è stata trasmessa nel 2000, nel corso della serata inaugurale del Festival di Cannes. Ha inoltre ricevuto una candidatura all’Oscar (2001) per la miglior scenografia. Una pellicola da non perdere per immergersi nella rievocazione storica dei banchetti del tempo, che fa da sfondo al racconto di vita vera di un uomo che visse la cucina forse anche troppo intensamente, lasciandosi guidare dalle passioni a tal punto da farle coincidere con la propria unica ragione di vita

Scritto da Sara Albano

Laureata in Scienze Gastronomiche , raggiunta la maggiore età sceglie di seguire il cuore trasferendosi a Parma (dopo aver frequentato il liceo linguistico internazionale), conseguendo in seguito alla laurea magistrale un master in Marketing e Management per l’Enogastronomia a Roma e frequentando infine il percorso per pasticceri professionisti presso la Boscolo Etoile Academy a Tuscania. Dopo questa esperienza ha subito inizio il suo lavoro all’interno della variegata realtà di Campoli Azioni Gastronomiche Srl, , dove riesce ad esprimere la propria passione per il mondo dell'enogastronomia e della cultura alimentare in diversi modi, occupandosi di project management in ambito di marketing e comunicazione e consulenza per il food service a 360°, oltre ad essere il braccio destro di Fabio Campoli e parte del team editoriale della scuola di cucina online Club Academy e della rivista mensile Facile Con Gusto.

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