Il mango

Tra i più amati frutti esotici di tutto il mondo, scopriamone le caratteristiche insieme a tante curiosità e ricette dal mondo

Il mango

Quanti frutti esotici sui banchi dei supermercati più forniti, attenti alle mode e sempre più anche alle necessità dietetiche dei propri clienti. Tra questi, a chi di noi non sarà capitato di afferrare incuriositi almeno una volta un bel mango? Un frutto dal gusto davvero speciale!

Botanicamente il mango è il frutto di una pianta della famiglia Anacardiacee,  genere Mangifera, dal nome di Mangifera indica. Questa è la specie più diffusa in India, Pakistan e Filippine, mentre in altri paesi tropicali si coltiva la M. foetida (detta anche horse mango). Il mango rappresenta la pianta nazionale sia per l’Australia che per il Bangladesh. Mango è un termine tamil che nasce da "māṅgai" o "mankay", come tradotto in Europea nel 1510 dall’italiano Ludovico di Varthema.

Il mango è una pianta difficilmente coltivabile in Italia (salvo alcune zone del sud, dove la temperatura non scende molto al di sotto dello zero, visto che la pianta adulta può resistere per qualche ora a temperature tra +2—2°C, mentre le giovani piantine di 1-2 anni non resistono se non per poco tempo a temperature di zero gradi). Mentre nel Mediterraneo il mango vede come zona di coltivazione quasi esclusivamente l’Egitto e Israele, in India la pianta ha connotati religiosi ed è una delle piante di maggior interesse nazionale; foglie e frutti in molti paesi vengono usati in riti religiosi e feste sociali, oltre come elementi decorativi.

Il mango nel suo ambiente di coltivazione può raggiungere un’altezza di 30 metri, caratterizzandosi per un legno molto duro e di colore rosso, e la cui circonferenza può giungere anche a 10 metri. La pianta è sempreverde, con foglie di colore variabile dal giallo arancione al verde scuro e lucido. I fiori, piccoli e bianchi, emanano profumo come di gigli. Il frutto botanicamente è una drupa (come le nostre drupacee:pesco, albicocco, ciliegia, ecc.), di colore e grandezza variabili a seconda delle varietà, anche se normalmente è giallo –verdino, a forma di rene, con un peso di 200 – 300 grammi fino a 500, polpa gialla o rossastra, tenera, con un endocarpo molto vistoso, contenente un unico seme molto grosso.

In realtà esistono varietà con frutti piccoli come una susina ed altre con frutti che arrivano fino a due chili di peso, dalla forma sia tonda che ovale. Sempre in base alla varietà, cambiano spesso anche sapore e colore della polpa: si passa da frutti squisiti e dall’aroma gradevolissimo, a frutti che non solo hanno sapore quasi sgradevole ma emanano odore di trementina. Il consumo del mango non si limita al fresco ma si estende sempre più a succhi, sorbetti, gelati, marmellate, prodotti essiccati, canditi o sciroppati, presenti nei nostri punti vendita tanto quanto il frutto fresco.

Nel mondo le varietà più diffuse sono: Dasheri, indiana, di ottima qualità, con frutto di pezzatura media, polpa aromatica e senza fibra (carattere di estremo pregio); Alphonso, indiana, con buccia e polpa color arancio, sapore squisito e ottima conservabilità; Bangalora e Pairi, molto diffuse in Oriente e specialmente in India. La coltivazione del mango è praticata anche in Florida, dove primeggia la varietà Haden, dal frutto molto grosso, polpa poco fibrosa, ma estremamente sensibile alle malattie; altra varietà molto apprezzata in America è la Irwin. In Messico è diffusa la varietà messicana Manila, coltivata anche nelle Filippine con il nome di Carabao o Manila super mango: i frutti hanno ottime caratteristiche e si prestano molto bene all’inscatolamento.

Chi di voi volesse provare a coltivare una pianta di mango, dopo aver aperto il frutto deve prelevarne il seme, pulirlo molto bene e tenerlo a bagno per 4-5 giorni, cambiando l’acqua quando diventa torbida. Successivamente il seme deve essere posto in un vaso alla profondità di 1 cm circa, con l’occhio rivolto verso l’alto, tenendo la terra sempre umida. Dopo 1-3 o più mesi il seme dovrebbe germinare; la piantina andrà tenuta alla luce e al caldo, sempre irrigata. Dopo alcuni anni la pianta potrebbe fiorire, nel qual caso bisognerà sospendere l’irrigazione nel periodo autunno – inverno, al fine di stimolare la fioritura in primavera. Ovviamente di frutti non è il caso di parlare: non se ne vedranno mai.

Dal punto di vista nutrizionale il mango per ogni 100 g di parte edibile apporta 60 kcal (molto simile a uva, cachi e mandarini), 0,4 g di grassi, 15 g di carboidrati (di cui 14 zuccheri e il resto fibra), 0,8 g di proteine, 168 mg di potassio, 11 mg di calcio, 14 mg di fosforo, 10 mg di magnesio, vitamina A (betacarotene e luteina zeaxantina), C  e in subordine B6 – K - E.

Gli zuccheri sono rappresentati sostanzialmente dal fruttosio, mentre le proteine non hanno un grande valore biologico perché non contengono tutti gli amminoacidi essenziali (i quali sono quelli che l’uomo non riesce a produrre da solo. Sono 9: fenilalanina, isoleucina, istidina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina). Il mango è ricco di polifenoli – quercetina, acido gallico, acido caffeicocatechine, kaempferolo, mangiferina, tannini e xantoni.

Il profilo minerale invece è meno ricco e, ad eccezione di un buon apporto di potassio, non rivela alcun contenuto degno di nota.

La presenza di fibre aiuta la peristalsi intestinale e tiene sotto controllo l’indice glicemico, anche se prevale l’effetto glucidico che ne sconsiglia l’uso frequente ai diabetici. La presenza di buone dosi di vitamina A e C aiuta contro l’ossidazione regionale e la vista.

Il potenziale nutraceutico del mango è tutt'ora oggetto di ricerche scientifiche. Un lavoro dell'Australian Health e del Medical Research Congress di Melbourne ha dimostrato che alcuni composti presenti nella buccia del mango aiutano a combattere malattie come il diabete mellito tipo 2 e l'ipercolesterolemia, tendono a prevenire alcune forme di cancro, hanno effetti positivi ed inibitori sulle neoplasie della pelle e l’ ipertrofia della prostata (precisamente il triterpene del mango o lupeolo).

La porzione media consigliabile di mango è indicativamente di 150-200 g (circa 90-120 kcal). Il gusto del mango è molto dolce, il profumo è pronunciato e inconfondibile dopo averlo consumato anche solo una volta.

Lo spopolare della moda della cucina etnica, soprattutto nelle grandi città italiane ed europee, ci porta spesso a conoscere ricette che vedono il suo impiego sia in versione dolce che salata. Alcuni esempi? Il mango non molto maturo cotto è un ingrediente molto utilizzato per alcuni contorni, per i "chutney" – salse vegetali piccanti e dense – e può anche venire conservato sottaceto. Maturo e a crudo è invece ottimo con peperoncino o salsa di soia. È nota inoltre una bevanda asiatica rinfrescante a base di mango, detta panha.

Si ottengono anche gelatine, da aggiungere in altre pietanze, specialmente zuppe; se ne traggono salse di mango maturo e succhi che vengono miscelati a latte, crema di latte e zucchero; e perfino il curry vede nei suoi componenti talora il mango. Il frutto maturo spaccato in due si presterà sorprendentemente molto bene anche alla cottura alla griglia, come praticato in alcuni paesi del mondo.

Note bibliografiche e sitografiche

  • Manuale dell’Agronomo REDA
  • Frutti esotici coltivabili in Italia  V. Forte   Edagricole
  • Frutti rari e curiosi d’Italia  V. Forte  Edagricole
  • www.my-personaltrainer.it
  • www.gruppomacro.com
  • www.vegolosi.it

Scritto da Luciano Albano

Laureatosi nel 1978 con lode in Scienze Agrarie, presso l'Università di Bari, si è specializzato nel 1980 in "Irrigazione e Drenaggio dei terreni agricoli" presso il C.I.H.E.A.M. (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici del Mediterraneo) di Valenzano (Bari), ha conseguito nello stesso anno anche l'abilitazione alla professione di Agronomo. Fino al 1/3/2018 ha lavorato alla Regione Puglia nell'Ufficio Territoriale di Taranto, quale Responsabile della P.O. "Strutture Agricole". Appassionato di olio e vino ha conseguito il Diploma di Sommelier AIS nel 2005 e ottenuto nel 2008 l'Attestato di Partecipazione alle Sedute di Assaggio ai fini dell'iscrizione nell'Elenco Nazionale di Tecnici ed Esperti degli oli di oliva extravergini e vergini. Fino al 2018 è stato iscritto all'Albo Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali e come CTU presso il Tribunale di Taranto. Ama il food & beverage e ne approfondisce i vari aspetti tecnici, alimentari e storici

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