Da come berlo con eleganza al materiale giusto in cui servirlo
Giovanni Pascoli s’ispira ad un “paiolo che brontola sul fuoco” in una poesia pregna di sentimenti familiari
La bollitura
I
Già: sciorinati su la stessa siepe
sono come una greggia che soletta
beva ad un pozzo e mangi ad un presèpe.Ma non lontana è l'umile casetta
con gli occhi aperti delle sue finestre,
che veglia il dì, che a sera poi li aspetta.Essi appartati dalle vie maestre,
piccoli e grandi stanno insieme al sole,
empiendo di fruscìo l'angolo alpestre.Stridono appena, là con loro, sole
le foglie secche, e v'è col bianco odore
della tela l'odor delle viole.Ma s'imbevono d'acqua, ora, per ore,
tiepida prima, e quindi a poco a poco
più calda, e quindi tolta via col fiore
nel paiolo che brontola sul fuoco.II
Li coglierete quando il sole sfiora
i monti aguzzi, voi, Rosa e Viola,
e vostra madre. È dolce assai quell'ora.Mamma coglie, con qualche sua parola,
i suoi mazzetti, e voi sul greppo liete
stirate le schioccanti ampie lenzuola.Ripasserete il tutto e riporrete,
troppo per l'ago e poco pel bisogno,
dentro il comune canteral d'abete;dove poi dorme, e sempre vede in sogno
la soave domenica, piegato
in odore di spigo e di cotogno.Ma or di ranno imbevesi il bucato;
e il ranno dal paiòl nero, quand'alza
la schiuma, su la conca alta versato,sgorga dal fondo e scivola e rimbalza.
III
E la cucina tutto il dì fu piena
del casalingo e tacito lavoro,
e il paiolo pendé dalla catena.E c'era odor di cenere e d'alloro,
e il fuoco ardeva. Giù la tramontana
scendea mugliando; ed un tin tin sonoro
s'udiva intanto come di fontana.
Giovanni Pascoli (Primi Poemetti)
Scritto da Elena Stante
Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 insegna Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .
Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali e collabora, con la nomina di Vice Direttore, alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani.

0 Commenti