Le giuste misure in cucina

La qualità dell’arredo del proprio ambiente cucina domestico dipende dalla comodità, che passa anzitutto da corrette altezze e profondità

Le giuste misure in cucina

Lo spazio domestico della cucina è davvero il fulcro della casa. Ben vivibile, con un grande tavolo al centro, o all’americana, come angolo cottura o collocato in un open space, quale che sia la vostra soluzione effettiva o il vostro desiderio di prossima realizzazione, l'ambiente cucina deve rispondere a dei canoni precisi per poter essere non solo bella ma anche confortevole, pratica, comoda.

Comoda significa propriamente ergonomica, cioè che rispetta il nostro benessere anche mentre prepariamo una gustosa lasagna o tagliamo le verdure per un salutare minestrone. La cucina infatti, oltre ad essere il cuore della casa e il luogo della convivialità, è da considerare a tutti gli effetti un ambiente di lavoro, in cui si trascorre molto tempo e si svolgono molte attività e, come tale, deve avere determinate caratteristiche oltre a rispettare importanti misure di sicurezza. La più moderna architettura ci viene incontro per fornire le soluzioni ottimali ad ogni esigenza. Vediamo dunque cosa considerare e quali regole seguire quando progettiamo il nostro spazio cucina.

Metri quadrati minimi utili, altezza del piano di lavoro e del mobilio sono tutte misure importanti, anzi fondamentali da considerare. Le misure dei mobili della cucina, infatti, sono proporzionate secondo i principi di ergonomia e calcolate in base all’altezza media dell’individuo e al modo con cui vengono compiute alcune operazioni e movimenti come, per esempio, il piegamento per aprire e chiudere il forno, un cassetto o un’anta. 

Naturalmente, così come le dimensioni dell’uomo, anche le misure di riferimento non sono standard ma piuttosto ideali e adattabili di volta in volta alle differenti necessità (in relazione all’altezza, ad eventuali difficoltà motorie, ecc). La regola da non dimenticare è che le varie altezze corrispondano sempre alle esigenze dell’utilizzatore, che siano proporzionate in modo da risultare davvero “su misura” evitando così, per esempio, di curvare la schiena sul piano di lavoro o stare alzati sulle punte per poter controllare la cottura.

La funzionalità è la prima esigenza cui una cucina deve rispondere; per tale ragione i vari elementi devono incastrarsi perfettamente come fanno i mattoncini colorati con cui giocano i bambini. La tipologia indubbiamente più diffusa è, non a caso, quella componibile in cui i componenti misurano multipli di 15 (in larghezza), con dimensioni che vanno dai 30 ai 90 cm; i moduli più comuni sono quelli da 45, mentre quelli da 15 o 30 cm sono quelli utilizzati a riempimento degli spazi vuoti. 

La profondità consigliata del mobile con fornelli (a gas o a induzione) e piano da lavoro, ove possibile per chiare ragioni di spazio, è pari a 60 cm, per garantirsi tutta l’ampiezza necessaria sia per le operazioni di cucina che per il posizionamento di piccoli elettrodomestici. Con questa profondità standard l’altezza dello schienale (cioè lo spazio tra il piano e i pensili) è generalmente di 50/54 cm in modo da consentire di lavorare comodamente. La profondità standard è legata anche a quella degli elettrodomestici da incasso che sono, per la quasi totalità, profondi 60 cm.

La profondità dei pensili (ovvero del mobilio sospeso) è invece sempre minore (circa poco più della metà) di quella delle basi: ciò serve a non urtare con la testa quando la si solleva mentre si lavora o quando si aprono le ante per cercare l’ingrediente per la ricetta che si sta preparando. Nelle cucine più classiche e tradizionali i pensili hanno tutti la stessa profondità e occupano in modo lineare lo spazio parete. Le tendenze più moderne, invece, creano delle vere e proprie pareti attrezzate assemblando pensili di forme geometriche (quadrati e rettangoli) e dimensioni differenti,  alternano spazi chiusi con vani a giorno, vetrine basculanti e mensole minimal, ottenendo un vero e proprio puzzle di impatto e design, ma decisamente meno funzionali. Se la profondità dei pensili è più o meno obbligata, l’altezza invece può variare più liberamente in base non solo allo spazio ma anche al gusto.

Per quanto riguarda l’altezza delle basi da terra (costituita nella sua totalità dalla somma dello zoccolo, del mobile e del top), questa è generalmente di 85 cm, ma può variare da un minimo di 83 ad un massimo di 100 cm (determinante in questo caso è l’altezza di colui che utilizza e vive la cucina!). La distanza consigliata tra il piano cottura e la cappa di aspirazione è tendenzialmente di 65 cm, con la possibilità anche in questo caso di piccole variazioni legate sia al tipo di piano cottura (elettrico, a gas o a induzione) e alla tipologia stessa della cappa.

Per quanto riguarda il lavandino, si va dal tradizionale due vasche con gocciolatoio e doppio rubinetto (con una misura che va dai 100 ai 120 cm) a quello monovasca con miscelatore che consente un risparmio di spazio da dedicare al piano lavoro (di circa 30/40 cm). Naturalmente la soluzione che consente di avere maggior spazio anche per lavare piatti e stoviglie sarà sempre la più ideale. 

Rispettando queste regole, l’architetto o chiunque vi assisterà nella progettazione e realizzazione della vostra cucina può utilizzare alcune strategie salva-spazio che ottimizzano quello a disposizione, anche il più ridotto, con soluzioni ad angolo o ad U. Decisamente più comoda e ariosa la soluzione con la penisola free standing dedicata al lavoro o esclusivamente al consumo del pasto. In entrambi i casi, gli spazi utili a disposizione sono più ampi e permettono maggiori soluzioni di confort in cui possono convivere, armoniosamente, la zona cucina e lavoro con quella più propriamente living.

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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