Dimmi cosa mangi…

…e ti dirò chi sei: da ciò che scegliamo di portare a tavola, è possibile secondo gli esperti dedurre alcuni tratti della personalità

Dimmi cosa mangi…

Nutrirsi rappresenta per il genere umano molto più della soddisfazione di un bisogno primario. La cultura culinaria è infatti parte integrante della storia presente, passata e futura di ogni etnia presente sul pianeta, ed è proprio lei a rendere in buona parte l’atto del mangiare unico e soggettivo. 

Lo ricorda anche l’esperto Massimo Montanari, affermando che:

«il nostro atteggiamento verso il cibo è importante perché mangiare è forse l'esperienza più coinvolgente della vita: il cibo si incorpo­ra, lo trasformiamo in una parte di noi stessi, e per questo diventa espressione del nostro rapporto con il corpo».

E dopo diversi secoli di storia segnati dalla fame e dai periodi di carestia, soprattutto per le classi meno abbienti, oggi si può affermare che l’umanità può sentirsi sicuramente più libera di compiere le proprie scelte in materia di alimentazione. Scelte che un tempo erano appannaggio esclusivo dell’ élite della società, mentre invece in tempi moderni danno luogo a comportamenti che finiscono per accomunare fasce sempre più ampie della popolazione. 

E’ proprio da questa evidenza che deriva la complessità attuale insita nell’indagare sulle motivazioni profonde alla base delle scelte alimentari. Ciò che è certo, tuttavia, è che quando scegliamo di quale cibo nutrirci, la scienza attualmente ne attribuisce la “responsabilità” soprattutto a variabili genetiche e psicologiche. 

Ad esempio, alcune ricerche condotte sui neonati hanno indagato sulla loro preferenza innata verso i sapori dolci, e di contro sul naturale rifiuto di quelli aspri e amari. Preferenza, questa, che tende ad accompagnarci in realtà per l’intero arco della vita, poiché l’avversione verso le note gustative amare entra come a far parte del nostro istinto, aiutandoci a riconoscere sostanze velenose o non commestibili. 

Ma è solo di recente che gli psicologi hanno reso il rapporto con il cibo una vera e propria branca di studio. Come i ricercatori della North Dakota State University e della Saint Xavier University di Chicago, che hanno dimostrato il legame scientifico tra i gusti e il carattere delle persone.

Dai risultati dei loro test condotti su un campione di studenti universitari, è emerso ad esempio che la predilezione dei cibi dolci rispecchia spesso caratteri più collaborativi, disponibili ed emotivi; così come si è denotato che, subito dopo aver assunto della cioccolata, la maggior parte degli individui si mostrava subito più amichevole, nonché più incline anche ad accettare compromessi non del tutto a proprio vantaggio.  

Coloro che invece vanno pazzi per il salato, dalla pasta alla pizza, si mostrano in generale più indipendenti ed anche estroversi. 

Photo via Pexels


Fonte: Focus

Scritto da Redazione ProDiGus

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