Food Inflammation Test

Un nuovo strumento per scoprire quali cibi generano intolleranze

Food Inflammation Test

Se è vero che il cibo è la nostra prima fonte di sostentamento, è altrettanto corretto affermare che, nel corso degli ultimi anni, per molte persone l’atto del nutrirsi è diventato più complesso, grazie ad un sempre più crescente numero di chi soffrirebbe di “intolleranze alimentari”.

Questo termine viene tuttavia spesso usato in modo errato (e soprattutto poco scientifico), tale da generare in alcuni un vero cambiamento nell’approccio verso l’atto del cibarsi. 

Non tutti sanno, infatti, che attualmente la scienza ha definito come “intolleranze” vere e proprie esclusivamente quella al glutinee quella al lattosio. In questo quadro bisogna ammettere, però, che a seguito dell’ingestione di alcuni alimenti in particolare, molti soggetti confermano la comparsa di sensazioni di malessere: le evoluzioni scientifiche più moderne hanno permesso di spiegare anche questo fenomeno, che sarebbe più corretto denominare con il termine di “stati infiammatori”

Sembrerebbe infatti che l’assunzione di alcuni alimenti, su base individuale, possa generare un incremento ematico di alcune sostanze dette citochine, ovvero proteine prodotte da cellule immunitarie di diverso tipo.  Quando si supera il proprio personale livello di soglia, le citochine infiammatorie smettono di essere un semplice “segnale di avvertimento” del proprio malessere, e inducono alla comparsa di  sintomi clinici o specifiche malattie.

Monitorare questi avvenimenti all’interno del proprio organismo, oggi è diventato possibile grazie al Food Inflammation Test (Gek Group),che svolge la funzione di tenere sotto controllo l’infiammazione correlata al cibo aiutando le persone a modificare alcune delle proprie abitudini alimentari, per riconquistare e mantenere la propria condizione di benessere. Si tratta di un test all’avanguardia, che si basa sul dosaggio di due particolari citochine che possono essere stimolate dall’assunzione alimentare, e di un particolare tipo di anticorpi (Immunoglobuline G), che si innalzano nell’organismo in risposta all’assunzione di specifici nutrienti.

L’elaborazione successiva dei dati rilevati consente di proporre uno schema nutrizionale che controlla la produzione delle suddette citochine, guidando al recupero della “tolleranza” alimentare attraverso una gestione su misura delle quantità assunte. 

Gli studi scientifici nel campo della nutrizione confermano che uno stato infiammatorio correlato all’assunzione di cibo può diventare causa di disturbi e patologie, dal diabete all’obesità piuttosto che dalla colite alle malattie autoimmuni e all’emicrania.

 

Fonte: Adnkronos

Scritto da Redazione ProDiGus

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