Un antipasto caldo e gustoso, ideale da preparare in anticipo in comode monoporzioni da scaldare e servire in tavola
C’è stato un tempo in cui una razione giornaliera di pane era garantita anche ai più bisognosi mediante l’uso di speciali gettoni
Oggi non esistono più, ma in passato esistevano in quasi tutto il mondo: sono le monete (o gettoni) del pane, testimonianza di quanto gli enti di assistenza pubblici e privati (ma anche associazioni e cooperative a scopo benefico) mettevano in atto per garantire che tutti i cittadini, anche i più bisognosi e meno abbienti, avessero la garanzia di ricevere una razione quotidiana di pane.
Già al tempo degli antichi romani esistevano le “frumentationes”, distribuzioni di grano riservate propriamente ai più poveri. Nel Medioevo e nel Rinascimento la “tradizione” delle monete per il pane fabbricate in diverse tipologie di metalli e nelle più svariate forme (ne sono state ritrovate di tonde, quadrate, triangolari, esagonali) proseguì, protraendosi fino alla metà dell’Ottocento, quando si resero fondamentali per gestire meglio le esigenze della crescente classe operaia.
Le monete per garantirsi la razione giornaliera di pane possedevano spesso un foro centrale: questo dettaglio si rendeva fondamentale a poterle tenere insieme infilate in un cordino per contarle con facilità (e sicuramente per rischiare meno di perderle!).
La collezione del Loison Museum (dal cui sito abbiam tratto la foto di copertina) a Costabissara (VI) ospita oltre 100 "token" del pane provenienti da 15 paesi diversi: non perdete l’occasione di visitarlo.
Fonte: Loison Museum
Scritto da Redazione ProDiGus
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