Una torta lievitata pasquale che accontenterà i gusti di tutti i commensali ospiti, dai più tradizionali ai vegetariani!
Ecco il menu originale del pranzo offerto da Vittorio Emanuele II di Savoia alla vigilia della prima riunione del Parlamento Italiano
10 febbraio 1961, Torino – Alla Vigilia dell’Unità / immagine e informazioni tratte dal libro “Abbuffate reali. La storia d'Italia attraverso i menu di casa Savoia” di Domenico Musci, Ed. Kemet 2021
Avevo fra le mani questo interessante libro quando ho avuto in mente di selezionare per i lettori di Prodigus l’autentico menu del pranzo offerto da Vittorio Emanuele II di Savoia alla vigilia della prima riunione (inaugurazione) del Parlamento Italiano, in data 10 febbraio 1861. La prima riunione si tenne il 18 febbraio 1861, benché ancora come Regno di Sardegna con annesse le altre regioni italiane (tranne Lazio e Triveneto in quel momento). Seguì il 17 marzo 1861 la dichiarazione ufficiale della nascita del Regno d'Italia con Vittorio Emanuele II di Savoia suo Re, e con trasmissione del titolo ai suoi eredi. Come in quella data l'Italia si ritrovò unita politicamente, economicamente e socialmente dopo secoli di invasioni e formazione di stati e staterelli, così il 2 giugno 1946 gli italiani, scegliendo come forma di governo la repubblica al posto della monarchia, praticamente rifondarono l'Italia, stabilendo non solo la nuova forma di Stato ma anche la nuova forma di Governo. Primo presidente della Repubblica fu Enrico de Nicola dal 1° Gennaio 1948.
Il menu proposto rappresenta quello di un pranzo politico servito a numerosi illustri ospiti a pochi giorni dal cambiamento radicale della nostra nazione. Il testo è scritto a mano (a far intuire probabilmente la velocità richiesta nella produzione di questo menu), e l’impostazione e le portate citate sono tutte d’ispirazione francese (come anche la lingua in cui le ricette sono espresse): si parte da un Potage d’orge perlé, ossia una minestra d’orzo perlato (che si ritrova anche nel ricettario di Giovanni Vialardi), per poi trovare dei polli novelli serviti à la Villeroy. Si prosegue con il Boeuf à la mode, ovvero il “bue alla moda”, anch’esso presente nel Trattato di Vialardi che ce ne chiarisce l’essenza, ovvero quella di un brasato di carne bovina cotto con vino Marsala o Madera, verdure, burro ed erbe aromatiche. Rientra poi in campo la carne bianca con la Suprême à la financière, in cui i petti di pollo vengono imbottiti con una farcia al tartufo e come “lessati” nel burro fuso, e non manca anche la selvaggina con i Filetti di lepre al Madera.
Vengono poi i carciofi, serviti con “salsa alla veneziana” - ricavata da una riduzione di aceto aromatizzato con scalogno, cerfoglio e dragoncello unita ad un’emulsione al vino bianco e burro – e arriva poi il tempo del servizio di un intermezzo freddo, a base di Lingua di bue in gelatina e Salé e beurre, frase che indica che si troveranno diverse tipologie di prodotti conservati con l’ausilio del sale (acciughe, salumi, verdure ecc.) da accompagnare con morbidi riccioli di burro.
E dopo ancora degli arrosti, arrivano i dolci, con la Chantilly à la vanille (ricordando che a quei tempi con questo termine s’identificava la panna, semplicemente montata con l’aggiunta di zucchero e vaniglia), la dicitura Patissérie e dessert ed il Gelato di crema alla cannella e pesche.
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