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"La cucina è la parte della casa che può dire più cose di te": parola di Italo Calvino, che vi traccia una personalità attraverso i particolari
Liberamente tratto da “Se una notte d'inverno un viaggiatore”, di Italo Calvino, 1979
Se una notte d’inverno un viaggiatore è un noto romanzo scritto da Italo Calvino, molto particolare perché narra le vicende di un lettore che per ragioni sempre diverse è continuamente costretto ad interrompere la lettura del libro che ha tra le mani, e ogni volta, puntualmente, ne incomincia a leggere un altro differente. Per questo molti lo definiscono appartenente alla categoria dei “metaromanzi”, ovvero quelle opere che si interrogano sulla loro medesima natura nel corso delle pagine.
E proprio scorrendo tra di esse, scopriamo che Calvino propone anche una nuova “chiave di lettura” dell’ambiente più vivo della casa: la cucina. La vede come vero e proprio specchio della personalità, dei vizi e delle virtù, delle manie e delle trascuratezze, che possono raccontare anche aspetti più privati della vita del suo proprietario.
La particolarità (e la novità) di questo ritaglio di gusto sta anche nel fatto che negli anni ’70 era come se le donne single non esistessero, o meglio, di certo c’erano, ma si tendeva a non dare molta attenzione alla questione, dal momento che erano considerate non “autonome” ma piuttosto “sfortunate”, senza marito nè figli. E’ proprio dal ritratto femminile di una donna sola che Calvino trae spunto per affermare che "La cucina è la parte della casa che può dire più cose di te" e inizia a raccontarne minuziosamente i dettagli con quella scorrevolezza e piacevolezza di lettura che ancora oggi fanno dei suoi libri un intramontabile successo.
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