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La moda di festeggiare il matrimonio offrendo agli ospiti una spettacolare torta ha tante storie ed evoluzioni da raccontare
Cambiano le mode, le tendenze, prevalgono i temi e il glamour, ci si affida ad esperti wedding planner affinché tutto sia perfetto e al passo con i tempi, eppure… c’è una cosa che rimane fedele alla tradizione e alla consuetudine: la bianca, iconica, torta nuziale. Ad uno o più piani, ricoperta di panna montata, glasse, ganache, pasta di mandorle o pasta di zucchero, la torta nuziale del classico colore bianco, panna o beige si offre alla vista di sposi e invitati come trionfo del gusto al termine della festa, come opera che suggella con dolcezza l'inizio del percorso di vita condiviso in due.
Fu proprio la torta bianca servita al banchetto nuziale della Regina Vittoria d’Inghilterra con il principe Alberto, nel 1840, ad inaugurare questa tradizione, e nel 1882, in occasione delle nozze del figlio Leopoldo, si arricchì di un ulteriore dettaglio: la torta bianca fu proposta a più piani. Il colore era sia simbolo di purezza e verginità che sinonimo di abbondanza e opulenza, considerato che lo zucchero era una “spezia” molto costosa, pertanto, più la torta era bianca più la dote della futura sposa era importante e ricca.
Anche la consuetudine di porre in cima alla torta la riproduzione degli sposi (che oggi chiamiamo topper cake) si deve al pasticcere reale John C. Mauditt che progettò la torta vittoriana di ben 136 chili e la decorò con bouquet, ghirlande floreali ed un amorino che riportava la data delle nozze. Alla sommità della torta, Mauditt pose addirittura l’immagine di Britannia (la personificazione della Gran Bretagna), vestita con il costume tradizionale e nell’atto di benedire la coppia reale, ai cui piedi comparivano un cane e delle tortore, simboli rispettivamente di fedeltà e felicità.
Ovviamente queste torte erano “patrimonio” esclusivo di nobili e reali, simbolo del lusso monarchico tanto che divennero via via sempre più alte e stratificate, sempre più imponenti e maestose: il loro obiettivo primo era, infatti, sorprendere la vista più che il palato!
Dalla corte inglese, la torta nuziale giunse dapprima alla corte spagnola, nel 1906, in occasione delle nozze tra il Re Alfonso XIII e la principessa britannica Vittoria Eugenia di Battenberg, che commissionò proprio ad un pasticcere londinese la sua torta che, alta circa due metri e con un peso di 300 chili, arrivò a Madrid trasportata in quattro scatole ed esposta nientemeno che nell’Alcázar Real per essere ammirata. Successivamente, la moda arrivò in Francia e in Italia, dove fu importata anche la consuetudine del taglio della prima fetta effettuato personalmente dagli sposi. Ben prima dei reali inglesi, tuttavia, il matrimonio prevedeva l’offerta di un dolce a suggello del momento indimenticabile per sposi ed invitati alle nozze.
Già nell’antica Grecia, in occasione delle nozze, si offriva una semplice torta a base di farina, miele e semi di sesamo (elemento fortemente simbolico del matrimonio nella società ellenica) come augurio di fecondità e prosperità. Non da meno, la civiltà romana che, nel rito della confarreatio, concentrava l’augurio di prosperità e abbondanza. Venivano, infatti, preparati dei dolcetti a base di frumento, miele e frutta che erano sbriciolati sulla testa della sposa e poi mangiati da entrambi a suggellare l’unione d’amore; le briciole cadute in terra erano raccolte dagli invitati che, in questo modo, divenivano partecipi della buona sorte degli sposi.
Bisogna aspettare l’epoca medievale per rintracciare la prima forma di torta “alta”, che veniva in realtà costruita stratificando i dolci e i pani che gli invitati portavano in dono agli sposi: più la torta risultava alta, più alto era il numero di invitati e dunque di persone vicine agli sposi che partecipavano alla loro unione. E’ proprio in quest’epoca che si rafforza la consuetudine di impilare dolcetti per formare una colonna che, se rimaneva in piedi fin dopo il bacio degli sposi, era sinonimo di sicura prosperità e buon auspicio per la vita futura. Da questa usanza addirittura pare derivare il noto e scenografico dolce francese croquembouche ideato in epoca ottocentesca da Carême.
Sulla tavola barocca lo zucchero trionfa come grande protagonista. Ci sono testimonianze di veri trionfi a base di zucchero fuso e poi raffreddato a formare vere sculture a forma di castelli, torri, cavalieri e animali vari. Tutto aveva lo scopo ben preciso di sorprendere e affascinare i convitati; protagonista assoluta fu in questo periodo Venezia e i suoi pasticceri, abili “scultori” dello zucchero.
E’ nel XVII secolo che troviamo le prime “torte delle spose” (bride’s pie) dagli ingredienti piuttosto bizzarri e variegati. Si trattava di torte rotonde e decorate, che ne contenevano altre all’interno, ripiene di testicoli di agnello, creste di gallo, animelle e pinoli che, con il tempo, divennero per fortuna sempre più somiglianti a veri dolci, formati da due dischi di pasta biscotto, spolverati di zucchero e con al centro dell'uvetta. Con queste torte iniziò anche la tradizione del lancio all’indietro di un pezzetto di dolce (sopra le testa della sposa, proprio come si fa oggi con il bouquet), come buon auspicio per la coppia e le invitate.
Nel panorama culturale e gastronomico italiano, la torta nuziale inizia a diventare protagonista solo negli anni Cinquanta dello scorso secolo; fino ad allora, infatti, ogni matrimonio si concludeva con l'offerta di un buffet di dessert a fine pasto, con il servizio che avveniva spesso in casa (a produrre molti dolci si occupavano il prima persona le donne della famiglia, e a volte anche la stessa futura sposa, sempre che non fosse considerato di malaugurio nella tradizione locale!). Fatta salva la tradizione e garantita la presenza sul finale del ricevimento, oggi la torta nuziale (o wedding cake come molti preferiscono dire), si presta a interpretazioni e variazioni sul tema per ogni esigenza, ogni gusto e ogni tendenza, anche la più bizzarra.
Si va da quelle dipinte a mano, con dettagli oro o decorate con fiori freschi, a quelle marmorizzate, dalle chalkboard cakes, in italiano torte-lavagna, ricoperte da pasta di zucchero nera su cui è possibile scrivere con appositi gessetti edibili, alle rievocazioni vintage, dalle maxi a più strati alle minimal addirittura in monoporzioni, dalle naked cakes (torte sguarnite) alle drip cakes ovvero le torte che gocciolano (si tratta di una base di naked cake su cui viene fatto colare uno sciroppo o una glassa consistente del colore che più rispetta la palette del matrimonio). Fashion e glamour si fanno sempre più strada anche le torte nuziali macaron, profiterole o in forma di cupcakes.
L’importante è che la torta nuziale sia bella da vedere e buona da gustare, e pertanto, attenzione a non strafare!
Photo via Pixabay
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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