Ma #CrescereInSalute si può!
Situata nella Palazzina Cinese a Palermo, è un tavolo da pranzo che rappresenta un capolavoro dell’ingegneria ottocentesca.
La Sicilia, si sa, è crocevia di culture, incontro e scambio tra popoli: non vi sorprenderà dunque scoprire che nella meravigliosa città di Palermo è possibile trovare anche un po’ di Oriente. Poco lontano dal famoso Parco della Favorita, si trova infatti un vero proprio gioiello del capoluogo siciliano: la Palazzina Cinese, fatta realizzare all’inizio del XIX secolo da Ferdinando III di Sicilia. L’edificio, oggi proprietà del Comune di Palermo, è caratterizzato da uno stile orientale molto in voga tra i nobili europei del tempo.
Articolata su quattro livelli, si passa dal piano seminterrato in cui troviamo salone, sala da bagno, sala del biliardo e sala delle rovine al piano terra con una importante galleria di ingresso, le stanze del Re, una sala da pranzo e una sala giochi; ancora, al primo piano, è possibile accedere al quartino superiore di sua maestà e al quartino per il suo seguito; infine al secondo piano c’è l’appartamento della Regina con la sala alla turca, la sala ercolana in stile pompeiano e il terrazzo.
La Palazzina Cinese, residenza estiva e di caccia del re Ferdinando IV di Borbone e della moglie Maria Carolina d'Austria, giunti in esilio, è uno dei luoghi più belli e originali della città e merita di essere visitata per una particolarità unica: il tavolo della sala da pranzo al seminterrato, un vero capolavoro di ingegneria ottocentesca.
Caratteristica di questa tavola da pranzo, progettata dall’architetto Venanzio Marvuglia, è un sistema simile ad un rudimentale ascensore, che grazie ad un sistema di corde permetteva di far arrivare i piatti direttamente dalle cucine in tavola, senza che la servitù fosse presente durante i pasti dei nobili. Le pietanze venivano fatte salire grazie ad un meccanismo ligneo dotato di funi, pulegge e carrucole; inoltre, i diversi colori delle corde che i commensali potevano tirare, permetteva ai servitori di capire di che cosa avessero bisogno, facendo così arrivare tempestivamente una brocca d’acqua piuttosto che delle posate pulite.
La tavola, detta tavola matematica, trae ispirazione da quella voluta da Luigi XV per il Petit Trianon nei giardini della Reggia di Versailles. La tavola è situata al centro di una piccola sala da pranzo, a testimoniare la volontà del Re di avere uno spazio intimo dove poter consumare i pasti con pochi eletti. È infatti inusuale la presenza della cucina separata dall’edificio residenziale; così come era assolutamente innovativo uno spazio dedicato al convivio in cui non erano contemplati camerieri e servitù, anche questo a testimoniare la volontà di tenere lontano non solo gli odori della cucina ma anche la presenza di cuochi e addetti vari.
La tavola matematica rappresenta una assoluta novità per un periodo in cui i banchetti di corte erano affollati e strepitanti. La soluzione, proposta dall’architetto, garantiva al contrario al Re e alla Regina la tranquillità e la possibilità di condividere un momento con pochi intimi. Il piano della tavola presentava quattro fori per consentire alle portate di arrivare in “sicurezza” a destinazione e una volta consumate, i piatti riscendevano direttamente in cucina. L’unico modo per comunicare con il personale di servizio era dunque il sistema di corde colorate e campanelli.
È così che, solo dai primi dell’800, si iniziò a considerare il convivio un momento intimo e riservato, a cui dedicare particolari attenzioni. Il progetto architettonico di Marvuglia ha rappresentato un vero salto epocale nella concezione del banchetto che ha in qualche modo anticipato esigenze e consuetudini abitative moderne e attuali. La visita alla Palazzina Cinese rappresenta una opportunità per scoprire aspetti forse meno noti della cultura siciliana e dell’antropologia moderna. In passato non era cosi, oggi ci sembra scontato poter soddisfare il bisogno di intimità e tranquillità anche in un momento come il pranzo o la cena, ancor di più in un’epoca come la nostra in cui tutto corre intorno e fatica a fermarsi.
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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