Il prodotto da forno intrecciato simbolo del riposo ebraico
Gli italiani amano quello in scatola, ma sono poco consapevoli delle caratteristiche nutrizionali del prodotto che acquistano
Una dieta sana ed equilibrata contempla il consumo di pesce, fresco o surgelato, almeno due volte alla settimana. Mangiare tonno in scatola con questa frequenza, pensando in questo modo di seguire le “prescrizioni” di medici e nutrizionisti è un errore. Non è aprendo scatole di tonno che ci si assicura un adeguato apporto di proteine ad alto valore biologico. Il pesce fresco è certamente preferibile a quello in scatola, per svariati motivi.
Tuttavia il tonno conservato resta un prodotto valido, sotto diversi punti di vista, ma va consumato alternandolo al pesce fresco. L’Andid - Associazione Nazionale Dietisti ha sottolineato di recente che il tonno in scatola è un alimento sicuro perché arriva nei supermercati dopo aver superato una lunga serie di controlli e verifiche. Solo il pesce più adatto alla conservazione viene indirizzato alle industrie che commercializzano la tanto amata scatoletta.
Amata non soltanto per il gusto, ottimo, del tonno sott’olio o al naturale, ma anche per la facilità di consumo del prodotto e per la sua versatilità. Con una scatola di tonno si arricchisce un’insalata, si farcisce un panino, si prepara un piatto di pasta o di riso. Pochi minuti e si è sicuri di mangiare qualcosa di gustoso e “controllato”.
Nonostante i consumi di tonno in scatola da parte degli italiani raggiungano percentuali altissime, proprio per le motivazioni appena citate, una recente indagine condotta da un istituto di ricerca per l’Osservatorio Nutrizione e Benessere, in collaborazione con l’industria del tonno e con l’Andid, ha rivelato che i consumatori non sono molto informati sui prodotti che acquistano. Per una parte del campione, il tonno in scatola sarebbe vietato alle donne in gravidanza (12%); non adatto all’alimentazione dei bambini che non hanno ancora raggiunto l’età scolare (21%); oggetto di notizie preoccupanti. Come l’informazione secondo la quale la scatoletta venduta con l’indicazione “tonno” conterrebbe, in alcuni casi, altre specie marine, o prodotto contaminato o, ancora, pesce di origine non chiara.
Convinzioni, nella maggior parte dei casi errate, facilmente confutabili. Se si vuol esser certi di poter assumere, per esempio durante la gestazione, determinati cibi, basta rivolgersi al medico di base.
Il primo riferimento da tenere presente, quando si parla di salute e alimentazione. Per integrare le indicazioni ricevute, se si vuole, si può consultare le pagine web del Ministero della Salute, con le linee guida per consumi consapevoli. E infine, quando si acquista il tonno in scatola è importante, come per altri prodotti, leggere attentamente l’etichetta.
Fonte: ANSA
Scritto da Redazione ProDiGus
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