Il disturbo da alimentazione incontrollata che non va sottovalutato e si può curare
Non tutte le parti di cibo che scartiamo meritano la spazzatura: impariamo a trarne il meglio in cucina!
Al termine di un pasto, capita a volte di lasciare qualcosa nel piatto, parti della pietanza che puntualmente prendono la via della spazzatura. Ma tutto ciò che consideriamo scarto, avrebbe forse il diritto di tornare a tavola. I gusci delle uova, la pelle dei kiwi, le ossa di pollo, la parte esterna delle carote, tanto per fare degli esempi, possono essere impiegati tranquillamente come ingredienti, al pari degli altri.
Più della metà del cibo che acquistiamo finisce tra i rifiuti compostabili, quando non addirittura nell’indifferenziata. I tempi sono ormai più che maturi, e acquisire una coscienza ambientalista, una maggiore consapevolezza rispetto al genere di cibo che ingeriamo quotidianamente è fondamentale. Lo abbiamo ripetuto tante volte dalle colonne di questa rubrica e continueremo a farlo. Perché la vostra, la nostra salute e quella del pianeta, ci stanno a cuore.
Tornando agli avanzi non avanzi, un articolo del britannico Daily Mail, prende in considerazione alcuni cosiddetti scarti e prova a valutarne il reale valore nutrizionale. In cima alla lista degli sprechi, si legge sul quotidiano, si trovano le ossa di pollo. Ricche di gelatina, potrebbero in realtà essere utilizzate per preparare una miriade di altri piatti. Una nutrizionista ed esperta di cucina olistica sostiene che i resti dell’arrosto della domenica siano perfetti per preparare, all’occorrenza, un salutare brodo di pollo.
Lee Holmes (questo il nome dell’esperta), sostenitrice della tesi “non si butta via nulla”, del resto vecchia come il mondo, suggerisce anche di bere il brodo per ottenere un effetto calmante. I cari vecchi consigli della nonna, che tornano in auge. Pensiamo alla preparazione dei risotti, per esempio. In Italia, le ossa di pollo sono già impiegate nel modo in cui Holmes suggerisce, in alcune ricette della tradizione regionale.
Anche il fusto e le foglie dei cavolfiori meriterebbero di esser trattati con la stessa dignità che si riserva alle altre parti della pianta. Secondo una ricerca universitaria dell’Ohio, questi elementi rappresentano una delle maggiori fonti di calcio, tra i vegetali. Allo stesso modo, la buccia dell’arancia contiene vitamina C in quantità tre volte maggiori e fibre, 4 volte più degli altri frutti. Come la scorza dell’arancia, anche la parte esterna del kiwi è ricca di fibra, acido folico e vitamina E. Per chiudere, una curiosità: alcune persone trattano i gusci delle uova, con lo scopo di ridurli in polvere. Questo preparato sarebbe un buon integratore di calcio. Gli esperti naturalmente raccomandano di evitare il fai da te, se non si conoscono bene le procedure. Chiediamo sempre consiglio a chi ne sa più di noi!
Fonte: Daily Mail
Scritto da Redazione ProDiGus
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