Il vino che esprime la gioia di vivere e l’energia del territorio pugliese
Un frutto apparentemente spinoso e dal cuore estremamente dolce, che arriva dal sud-est asiatico e iniziamo a trovare spesso anche in Italia
Dal sud-est asiatico arriva un carico di… rambutan! Ne avete mai sentito parlare? Lo avete visto o assaggiato? Se non ne avete sentito mai neppure pronunciare il nome sappiate che si tratta di un frutto di piccole dimensioni, interessante e curioso, tutto da scoprire! Esteticamente originale, simile ad un riccio di mare (o più banalmente al frutto del litchi), piccolo (delle dimensioni di una albicocca) e spinoso, con un colore rosso intenso (quando al giusto grado di maturazione), ha un gusto dolcissimo e buone proprietà nutrizionali.
Nome scientifico Nephelium lappaceum, i rambutan sono dei frutti "pelosi", o meglio spinosi, tuttavia le spine all’apparenza molto pungenti sono in realtà morbide, si piegano facilmente ed hanno il compito di proteggere, con la buccia, la polpa bianca e delicata (chiamata arillo), liscia e dalla consistenza leggermente gelatinosa, con un solo seme non commestibile. Appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, è il frutto di una pianta sempreverde, che può raggiungere i 30 metri di altezza, originaria e tipica delle zone strettamente tropicali tanto che è impossibile coltivarla in Italia e in tutto il Mediterraneo.
Le zone di maggior produzione sono in Malesia, Indonesia, Thailandia e in alcune zone del centro America (Costa Rica, Ecuador e Colombia). Il nome vulgaris rambutan deriva da una parola malese rambut che significa capelli o frutto con i capelli, proprio a sottolineare e richiamare la sua caratteristica più bizzarra che lo fa assomigliare ad una chioma arruffata.
Interessante dal punto di vista nutrizionale, 100 grammi di polpa di rambutan contengono 79 kcal, zero grassi, 20 gr di carboidrati, meno di un grammo di proteine, sali minerali (calcio, ferro, sodio, fosforo, rame, potassio, zinco e magnesio), vitamina C (3,4 mg), vitamine del gruppo B (soprattutto niancina importante per il sistema nervoso) e circa 2 grammi di fibre. Tutto ciò rende il rambutan un ottimo antiossidante, un alleato della digestione e un buon energizzante (grazie all’acido malico e all’acido citrico) usato spesso negli integratori per sportivi.
Tutti i benefici sono contenuti nella polpa, che ha un sapore decisamente dolce, con lievissime note acidule e un retrogusto che ricorda il sentore delle rose; da evitare invece la buccia e il nocciolo per la presenza di tossine (il seme crudo, ad esempio, ha proprietà narcotiche che diminuiscono se tostato). Il modo più semplice e buono per gustare il rambutan è, quando disponibile, mangiare il frutto fresco (incidendo la buccia a metà per far sgusciare la polpa verso l’esterno) in macedonie, come spuntino, nei frullati o caramellato., o persino, trasformato in confettura. Perfetto anche per le decorazioni, i cocktail o nelle insalate tropicali.
Acquistare il prodotto fresco (sempre più facilmente reperibile nei negozi nazionali che offrono un reparto dedicato) richiede una piccola attenzione: la buccia deve presentarsi rossa brillante, mai assolutamente verde, perché ciò indica che il frutto è ancora acerbo; al tempo stesso un colore rosso tendente al marrone o addirittura al nero o la presenza di peli scuri è sinonimo di un eccessivo grado di maturazione che rende il prodotto sgradevole al gusto. Purtroppo il frutto fresco è molto delicato e si conserva a temperatura ambiente per un massimo di due giorni, inoltre arriva a maturazione solo sull’albero, e non una volta distaccato da esso.
Il rambutan si trova nei mercati specializzati italiani e europei per tutto l’anno, esclusivamente di importazione con un prezzo medio che si aggira intorno ai 30 euro al chilogrammo. Più facile è trovarne la versione sciroppata. Se dunque amate le novità e vi piace aggiungere un gusto esotico ai vostri piatti, cimentatevi pure con il piccolo riccio rosso tropicale, vedrete che non vi deluderà.
Scritto da Viviana Di Salvo
Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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