Cin cin!

Il francese santé, lo spagnolo salud, il tedesco prost, l’inglese cheers…. oggi tutti brindano alla salute! Ma qual è la storia e l’origine del brindisi?

Cin cin!

Ben augurante, liberatorio, propiziatorio…il brindisi, quale che sia il motivo per cui si fa, è un atto di convivialità e condivisione e, come tale, nasce in un tempo molto remoto. Le prime testimonianze dell’atto del brindare le ritroviamo nella Bibbia dove si racconta (nel libro di Ester) di un banchetto regale in cui si porgeva da bere l’abbondante vino del Re in vasi d’oro di forme svariate.

Successivamente, nei banchetti della Grecia antica (simposi), ritroviamo proprio il simposiarca che sopraintendeva alla preparazione delle bevande e all’argomentazione dei brindisi dedicati ai presenti o alle donne amate. Pertanto, l'usanza di bere ‘alla salute’ dei vivi deriva, molto probabilmente, dall'antico rito religioso di bere in onore degli dèi e dei defunti. Ai pasti, infatti, i Greci versavano libagioni agli dèi e ai banchetti cerimoniali bevevano in onore loro e dei defunti.

Anche l’antica Roma è ricca di tradizioni e testimonianze in fatto di brindisi e banchetti; era infatti un costume consolidato - e bene lo ha raccontato, tra gli altri, il poeta Marziale - l’uso di bere tanti calici quante erano le lettere che componevano il nome della donna amata: “Cinque bicchieri si bevano per Levia, otto per Giustina, quattro per Licia, quattro anche per Lide e per Ida tre. Tanti bicchieri siano per ciascuna, quante sono le lettere del nome, e poiché nessuna d’esse viene, o Sonno, vieni almeno tu da me” (Valerio Marziale, Epigrammaton Libri, 71).

Alle origini del Cristianesimo, la ritualità del brindare fu declinata piuttosto per celebrare ed onorare la memoria dei defunti, dei santi e dei martiri. Tuttavia, nel Medioevo questa usanza subì un declino in quanto si diffuse la convinzione che l’atto del brindare fosse sinonimo di basso livello sociale e morale per essere poi nuovamente riabilitato dal Seicento, con la diffusione del cosiddetto brindisi poetico (ricordiamo fra gli altri Gabriello Chiabrera e Giovanni Maria Crescimbeni) fino al memorabile Brindisi funebre carducciano e agli altri numerosi esempi della letteratura ottocentesca (vedi, per esempio, il Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga).

Da allora, l’atto del brindare è giunto a noi con ritualità ed espressioni diverse nelle varie parti del mondo ma ha mantenuto il suo senso di comunione e di buon augurio. Nelle ricorrenze nostrane non mancheremo mai di brindare esclamando cin cin o prosit!

La locuzione cin cin è nientemeno di origine cinese (deriva infatti da “ch’ing ch’ing” che significa "prego, prego" successivamente tramutato in “chin chin”) e fu introdotto nel nostro continente dai marinai europei che percorrevano le rotte tra i due continenti e, poi, promosso nell'uso italiano anche per la somiglianza onomatopeica con il suono prodotto dal battere due bicchieri tra loro. Nella lingua cinese moderna, inoltre, ch’ing ch’ing significa bacio, pertanto potremmo metaforicamente dire che il tocco dei bicchieri è il bacio che ci si scambia in onore di qualcuno o di qualcosa bevendo in compagnia. La formula prosit, apparentemente più colta, deriva dalla locuzione latina e significa “sia utile, faccia bene, giovi, sia a favore”, ed era usata soprattutto negli ambienti clericali, in ambito liturgico, quando il sacerdote terminava la messa.

Anche il termine “brindisi” arriva da lontano e deriva dallo spagnolo “brindis”, che a sua volta si riferisce al modo di dire “bring dir’s” (“lo porto verso di te, il bicchiere”) utilizzato durante i banchetti in Germania.

Oggi, il brindisi rimane l’atto più semplice e puro per condividere ed esprimere amicizia e affetto nei confronti dei commensali. Intorno a questo rituale si sono nel tempo accumulate credenze e tradizioni diverse. Per esempio, nel caso in cui un membro del gruppo non beva vino o alcolici, la tradizione del brindare prevede che i bicchieri non si tocchino frapponendo una mano tra di essi in modo da assicurare comunque il buon auspicio.

In onore del nuovo anno, dunque …in alto i calici, e cin cin a tutti!

Auguri da Fabio Campoli e lo staff di Prodigus

Scritto da Viviana Di Salvo

Laureata in lettere con indirizzo storico geografico, affina la sua passione per il territorio e la cultura attraverso l’esperienza come autrice televisiva (Rai e TV2000). Successivamente “prestata” anche al settore della tutela e promozione della salute (collabora con il Ministero della Salute dal 2013), coltiva la passione per la cultura gastronomica, le tradizioni e il buon cibo con un occhio sempre attento al territorio e alle sue specificità antropologiche e ambientali.

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