Bello e…impossibile?

Tutta la verità sul biologico prima dell’approvazione del disegno di legge 988

Bello e…impossibile?

L’agricoltura biologica è un settore che in Italia interessa il 15% della superficie agricola nazionale, grazie al lavoro portato avanti quotidianamente da 76.000 aziende, che producono un fatturato globale pari a circa 3,5 miliardi di euro annui. Un comparto che nell’ultimo decennio non solo ha registrato grandi crescite, ma è riuscito a conquistare la fiducia dei consumatori, per i quali attualmente il biologico rappresenta il 3,5% della propria spesa alimentare

A tal proposito, non tutti sono al corrente che sta per approdare al Senato il disegno di legge 988, che sta suscitando critiche da parte di molti esperti del campo: oltre 400 tra docenti universitari, ricercatori ed agronomi hanno anche firmato una lettera indirizzata a tutti i senatori della Repubblica, per la richiesta di ritiro della legge. 

Sul Sole 24 Ore, Elena Cattaneo – docente all’Università Statale di Milano e senatrice a vita, che figurerà tra i chiamati a votare per questa nuova legge – ha tenuto a dire la sua sulla questione: dal suo punto di vista, infatti, quella del biologico è una favola bella quanto impossibile, che ha inoltre generato una comunicazione ingannevole per il consumatore. 

A partire dai prezzi dei prodotti biologici, i quali arrivano ad essere superiori anche del doppio rispetto ai prodotti “classici”. Costi che ancora oggi restano “giustificati” solo e soltanto dall’illusione che abbracciare questo tipo di scelta possa far vivere meglio e più a lungo il mondo intero. Ma in realtà di queste supposizioni non esiste alcuna prova scientifica. 

Anzi, alcune analisi che hanno messo a confronto la qualità dei prodotti biologici e non, hanno rivelato che non ci siano marcate differenze. Ma c’è di più: le colture biologiche in questo momento storico sarebbero concretamente insostenibili, dal momento che producono fino al 50% di prodotto in meno, e richiedono in questo modo il doppio del terreno necessario per ottenere volumi in linea con le richieste dei mercati internazionali. 

E’ dunque l’idea di “convertire il mondo intero al biologico” a non avere solide fondamenta, perché per farlo bisognerebbe rendere coltivabili ancora innumerevoli ettari di superficie terrestre, sottraendoli ai grandi polmoni verdi residui sul pianeta. E non solo: cosa ne sarebbe di tutti quegli imprenditori che si affidano ogni giorno ai progressi in campo agronomico per garantire ai consumatori prodotti sani e sicuri, pur non essendo biologici? E’ già in corso una loro errata “demonizzazione”, mossa naturalmente da associazioni e lobby promotrici del biologico di massa. 

Infine, perché dunque dire no a questo nuovo disegno di legge? La Cattaneo la considera quasi come una minaccia per l’agricoltura italiana, che non necessita di specializzarsi ulteriormente su produzioni di nicchia: anzi, l’obiettivo per risollevare l’economia nazionale dovrebbe essere esattamente il contrario, ovvero incentivare le produzioni di scala di qualità per diventare più competitivi sui mercati internazionali. 

Il disegno di legge prevede finanziamenti concessi solo a coloro che investiranno nello specifico nel biologico e nuove soluzioni innovative. Ci chiediamo davvero quando arriverà il momento in cui lo Stato si mostrerà amico anche di tutti gli altri. Perché la giustizia e le possibilità di crescere dovrebbero essere uguali per tutti.


Fonte: il Sole 24 Ore

Scritto da Redazione ProDiGus

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