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Alla scoperta del suo “Grande Dizionario di Cucina” al Castello Aragonese di Taranto il prossimo 27 novembre
Nel Castello Aragonese di Taranto, il 27 novembre 2018, si svolgerà una manifestazione organizzata dal Liceo Aristosseno di Taranto e dall’Alliance Française di Taranto dal nome: “Il Generale Dumas e suo figlio Alexandre Dumas dal Castello Aragonese di Taranto a Napoli (1799-1864): rievocazione della loro vita”.
La conferenza sarà seguita da una degustazione di piatti francesi ispirati dal Grande Dizionario di Cucina di Alexandre Dumas. Da anni il Liceo Aristosseno, sotto la guida del D.S. Prof. Salvatore Marzo, si evidenzia sul territorio tarantino attraverso proposte di itinerari archeologici-culturali ma anche eno-gastronomici. In questa manifestazione, l’Istituto Alberghiero di Pulsano, guidato dalla D.S. Prof.ssa Bianca Buccoliero, rielaborerà le ricette di Dumas che saranno presentate nel Castello Aragonese che ha visto nascere la storia dei Dumas.
Il Generale, padre di Alexandre Dumas, fu imprigionato nella fortezza tarantina per due anni, dal 1799 al 1801. Dopo i saluti dell’Amm.Vitiello, capo del Comando Sud, l’Ammiraglio Ricci illustrerà la vita e la prigionia del Generale. La storia di suo figlio sarà descritta dalle prof.sse Hélène Claude Francès e Martine Majchrzak.
Alexandre Dumas, autore famosissimo di tanti romanzi e opere teatrali, nonché giornalista, e rivoluzionario appassionato, era anche un fine gastronomo. Adorava mangiare, ma anche cucinare e rielaborare, a modo suo, le ricette tradizionali della cucina francese, e non solo. Fu un amante dell’Italia e in particolare della Sicilia e di Napoli, città nella quale ha vissuto per ben quattro anni, dal 1860 al 1864.
Avendo seguito e illustrato, in quanto giornalista, la Spedizione dei Mille, e diventato amico di Garibaldi, fondò, a Napoli, un giornale bilingue dal titolo “L’indipendente”. Dumas scrisse “Lettere sulla cucina ad un goloso napoletano” nel 1863, rispondendo agli attacchi di Eugène de Mirecourt che lo accusava di snaturare le lettere francesi e di averne fatto uno spezzatino speziato. Difendeva la gastronomia pura, rustica e sincera.
L’amore per l’arte culinaria proveniva da sua madre, figlia di Charles Labouret che era stato il maggiordomo del Duca di Orléans e che teneva un’osteria a Villers-Cotterêts. Conosceva la caccia e la selvaggina insieme al pollame. Creava, anzi inventava cene pantagrueliche alle quali invitava numerosi ospiti. Gli piaceva trasformare e ricercare risultati sempre più raffinati.
Il Grande Dizionario di cucina di Alexandre Dumas è stato pubblicato nel 1873, tre anni dopo la morte dello scrittore. Contiene più di 2500 ricette, e costituisce una fonte incredibile di notizie, di informazioni sugli ingredienti, il cibo ed il vino. Si legge come un romanzo divertente e corrispondente alla personalità dell’autore così avida di scrivere, vivere e mangiare.
Dumas ebbe il pregio di far conoscere ai suoi connazionali la cucina europea. Diceva che “i migliori maccheroni non si mangiano a Napoli”, e dopo averne parlato con una celebre attrice friulana, Adelaide Ristori, che era conosciuta a Parigi e che lo mise a conoscenza della propria ricetta, Dumas la rielaborò e propose la propria.
Questa iniziativa si svolgerà proprio nel luogo stesso della prigionia del Generale Dumas, padre dello scrittore, che era un famoso generale napoleonico. Nato schiavo a Santo Domingo, fece carriera nell’esercito francese e seguì Napoleone nelle sue campagne in Italia e in Egitto. Era temuto dai soldati austriaci che lo chiamavano “Der Schwarze Teufel”, il Diavolo Nero. Era nato schiavo, mulatto, ma possedeva una forza prodigiosa e un carattere indomito.
Durante la campagna d’Egitto, ebbe il coraggio di dire quello che pensava a Napoleone, cioè che era in Egitto per interessi personali e non per quelli della Francia. Decise allora di rientrare in Francia, ma una tempesta lo guidò nel porto di Taranto, insieme al Generale Manscourt e al geologo Dolomieu. Manscourt e Dumas rimasero nel castello di Taranto per due anni dal 1799 al 1801. Poi i due furono scambiati con altri prigionieri. Il Generale Dumas lasciò il racconto dei suoi due anni di prigionia. Al suo ritorno in Francia, non gli furono riconosciute né le campagne di guerra al seguito di Napoleone, né la sua pensione di Generale dell’Esercito francese. Malgrado le sue proteste, morì dimenticato nel 1806. Suo figlio, Alexandre, lo avrebbe riscattato attraverso la sua fama diventando lo scrittore più famoso e ricco della sua epoca.
Testo scritto dalla Prof.ssa Hélène Claude Francès, insegnante del Liceo Aristosseno di Taranto,autrice del “Fantasma di Laclos” e “La menade dormiente” e dalla Prof.ssa Martine Majchrzak, insegnante del Liceo Aristosseno di Taranto, Vice-Presidente dell’Alliance Française di Taranto.
Scritto da Redazione ProDiGus
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