…e la cucina del futuro si fa sempre più tecnologica!
Un film animato capolavoro di metafore e punti di riferimento per adulti e bambini
Tra le pellicole che hanno omaggiato l'arte culinaria, non poteva certo mancare casa Disney. Il marchio di produzione di film per bambini più famosa, ha infatti onorato la "cuisine française" con il film Ratatouille, un capolavoro della Pixar pensato per i più piccini ma in grado di coinvolgere anche gli adulti, in pieno stile Disney. Una doppia chiave di lettura, con messaggi veicolati magistralmente ai bambini, ma con riferimenti prettamente coglibili soltanto dai maggiori.
La storia raccontata in questo cartoon si può definire, senza alcun dubbio, geniale. Remy, un topolino che vive nelle campagne di Parigi insieme al padre ed al fratello, ha un "dono" speciale nel suo olfatto, sopraffino, al punto da renderlo l'assaggiatore ufficiale della colonia di topi di cui fa parte. Il topo però continuerà a coltivare un grandissimo sogno, diventare un chef! Lo realizzerà di lì a poco, quando, costretto a fuggire, approderà attraverso un emozionante viaggio nelle fogne, nella grande e meravigiosa Paris.
A Parigi infatti, attraverso una serie di rocambolesche situazioni, Rémy si trova catapultato all'interno delle cucine del rinomato ristorante dello chef Gusteau, suo idolo, che ha costruito una fortuna anche grazie al suo motto "tutti possono cucinare". Un'assurdità evidente, che porterà il topo a svolgere l'attività che più teme la loro presenza. Rémy nonostante l'evidente impossibilità, dovuta al fatto di essere di fatto un topo, non si scoraggia nel perseguire il suo sogno, trovando nell'amico Linguini, il braccio destro che lo possa aiutare a realizzare il suo sogno.
Occultato nel cappello da chef di Linguini, che in realtà ha raggiunto la qualifica immeritatamente non essendo capace di cucinare, preparerà piatti eccezionali, tra flambè e glassature da leccarsi i baffi, riporterà il ristorante agli antichi splendori. L'attività di ristorazione infatti, nel frattempo, era caduta in disgrazia per via della morte del rinomato chef Gausteu, ma anche perchè vittima delle stroncature del cattivissimo ed egocentrico critico gastronomico Ego (il nome non è scelto a caso).
Questo cartone animato è un vero capolavoro e sono molte le citazioni colte che si nascondo nella sua trama. Rémy si scoprirà dopo essere un novello "Cyrano", nascosto al mondo e capace di creare meraviglie di cui non prenderà il merito. Un po' come lo sfortunato poeta De Bergerac.
E poi ci sono le emozioni. Come quella che suscita la clip in cui il critico Ego ha un flashback che lo riporta indietro nel tempo, mentre gusta con sazietà la "ratatouille" preparata da Rémy. Altro richiamo evidente a "La recherche du temps perdu" di Proust, e al famoso effetto "madelaine": basta un assaggio e il tempo è ritrovato.
In un attimo infatti, Ego si ritrova catapultato in campagna, con le ginocchia sbucciate e la voce della madre che lo richiama per il pranzo, consolandolo con la "ratatouille", suo piatto preferito. L'emozione per il critico sarà così potente che decide di riconoscere a Rémy il massimo del punteggio.
Un'emozione e una commozione in cui tutti noi tenderemo a ritrovarci, quando sentiamo sul palato i sapori perduti della cucina delle nostre mamme e nonne, e ritorniamo per un momento ai tempi felici in cucina con loro.
E che dire della Pixar? Una tecnica strabiliante! Le scene in cucina sono degne di un gran film, tra filet mignon che sfrigolano, zuppe fumosissime e padelle all’interno delle quali è come se i cucchiai danzassero, il tutto tra un valzer di carrelli da portata e membri di brigata di cucina che tagliano, sfilettano, nappano, guarniscono.
Anche il titolo del cartoon è geniale. La "Ratatouille" infatti è un piatto povero, tipico della cucina provenzale a base di stufato di verdure e ortaggi, in grado di sfamare con semplicità, ma si sa: la grandezza di uno Chef è racchiusa anche in questa parola.
E dunque adesso, se non l'avete visto, guardatelo. Vi emozionerà!
Scritto da Francesca Metitiero
Ha due passioni: la cucina ed il cinema.
La prima, quella per il cibo, di qualità, viene da lontano, quando da bambina trascorreva ore a guardare la nonna ai fornelli. Era "la regina della genovese", piatto della tradizione culinaria partenopea, il suo preferito, anche se alla fine era bravissima in tutto, cucinava come un chef…anzi, come la sua “chef personale”.
La buona cucina man mano è diventata per lei una passione imprescindibile, forse più un vizio, un piccolo momento personale di pace e serenità. E poi c'è proprio il cinema, che vive al limite di una "malattia”, tra dvd, libri e riviste specializzate che saturano l'aria e la luce della sua casa, e costituiscono ben più della cornice di un’autentica passione.

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