Una poesia per colazione

Patrizia Cavalli scrive in versi alcune riflessioni profonde intorno ad un mercato ortofrutticolo in chiusura

Una poesia per colazione

Poesie per colazione - 153 

Era alla luce terribilmente sabato, 
quel sole infimo che annunzia svogliatezze 
mentre nella piazza fin dentro le mie finestre 
chiuse si muoveva il mercato prolungato. 
L’ultima offerta e poi si chiude. Poi la festa 
untuosa e il silenzio. Già si smontavano 
i banchetti con la ferocia trasandata 
della fine. Forse era possibile 
una corsa per prendere qualcosa, forse 
restava qualche cassetta ancora non riposta. 
Ma non mi decidevo a quella corsa. 
Quando scendevo ormai era tardi 
tra i mucchi di foglie di carciofi 
e i pomodori sfatti dove una vecchietta china 
correva rapace alla riscossa di mezze mele 
di peperoni buoni per tre quarti. 
Ma io non cercavo frutta marcia o fresca, 
io volevo soltanto la certezza 
della settimana che finisce, 
dell’occasione persa. 

Brano tratto da Patrizia Cavalli, “L’io singolare proprio mio” in Poesie, Einaudi, 1992

Photo via Pexels
 

Scritto da Elena Stante

Laureata in Matematica nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari, dal 1987 insegna Matematica e Fisica presso il Liceo Ginnasio Aristosseno di Taranto .

Ha partecipato ai progetti ESPB, LabTec, IMoFi con il CIRD di Udine e a vari concorsi nazionali e collabora, con la nomina di Vice Direttore, alla rivista online Euclide, giornale di matematica per i giovani.

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